Bz Bz Ueu: "Tapes & Vinyls" Compilation
Italia
Registrazioni casalinghe in modalità lo-fi, divertissement per bambini decisamente scatenati, dadaismo cacofonico provocatorio e attitudine naif. La solita sarabanda stravagante improvvisata ad effetto? Bz Bz Ueu si formano nel lontano 1992 e i cinque elementi in formazione sono tutt’altro che dilettanti allo sbaraglio. Efisio Biancofiore alla chitarra, Edi Leo tromba, Jacopo Andreini al sax, Carlo Lupori batteria e Pino Montecalvo al basso. “Tapes & Vinyls” raccoglie in larga parte pezzi della loro demo tape registrata live nel 1994 (Frigorifero Production) e parti degli split in 7” realizzati rispettivamente con i NO nel 1996 (El Borracho) e con God Is My Co-Pilot nel 1998 (Music à la Coque). La miscela hard jazz, punk avant rock, noise childish è veramente incontenibile ed effervescente, piena di bizzarrie e andature esilaranti che non fa mai venir meno coinvolgimento, carica energica da forsennati up tempo e fluidità. I due incredibili pezzi Portanuova e Tan.geri, presenti nel 7” con la band punk americana God Is Co-Pilot, risentono della direzione intrapresa con l’EP del 2000 intitolato “Uhozmerigotz” suonato con strumenti giocattolo e strepitose gags di rumorismo tanto scoordinato quanto irriverente. Caotici quanto concisi, atonali e strutturati, nevrotici e goliardici, astratti e primitivi. Sfoderano un campionario di ritmi e di timbriche eterogeneo e armonico, un bestiario delle assurdità che è quanto di più vicino all’avanguardia, alla provocazione dell’improbabile e dell’approssimativo che diventa linguaggio di spontaneità e creatività, genialità senza ambizione.
Entro e Cognitivo sono jam rocambolesche e dissonanti che abbracciano il concetto free form. Aforismi da vaudeville disincantata, esplosioni di idee appositamente abbozzate e mai messe a fuoco. Ta-dh, Victor Fortuna sono atti compositivi estemporanei pieni di forza espressiva e di informalità liberatoria e istintiva. La crudeltà dei bambini è l’assenza di freni inibitori, irruenza sfrontata, disarmante spontaneità: Infame, Bravata. Il loro baraccone non sense è sempre allestito e improvvisato nei luoghi e nei modi più impensati e il prodigio è sempre fatto di inatteso, di leggerezza capace di stupire. Il baccanale di fiati di Tuna Scooter, il cabaret brechtiano di Interjoplin e Bzung, il funk post moderno di Ft. Dispiace solo che le peripezie di questa band italiana (pugliese) siano passate piuttosto sotto tono in tutti questi anni a dispetto dei riconoscimenti e della portata rivoluzionaria che hanno invece avuto altri gruppi della scena internazionale, quali Half Japanese, Henry Cow o Renaldo & The Loaf. Con la speranza che questa raccolta di materiale non inedito di Music à la Coque, la meritoria etichetta di Pino Montecalvo (nella foto a sinistra insieme a Jacopo Andreini al sax), possa essere l’input per una rivalutazione ad ampio raggio di questi saltimbanchi di strada che sono rimasti inspiegabilmente inermi dal 2005, anche perché l’impressione innegabile è che si divertissero, e pure parecchio.
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