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26 Giugno 2018 , , , ,

Colosseum Campioni di fusion

2018

colo6f6435918769c58f9dffadbd7215e794                      L'ANTEFATTO

 

I Colosseum furono nei fatti (con i Cream) uno dei primi super gruppi formati da musicisti già famosi e nonostante la giovane età, con grande esperienza sia on stage che in studio e con caratteristiche tecnico musicali già abbondantemente rodate. I due membri fondatori furono Jon Hiseman, raffinato batterista e compositore, recentemente scomparso e Dick Heckstall Smith, sassofonista e flautista anche lui scomparso da alcuni anni. Successe dopo la registrazione con John Mayall del mitico “Bare Wires”, che in un certo senso anticipò il Colosseum sound. Per loro molte esperienze importanti, alcune anche in comune prima di Colosseum. Militarono con Graham Bond Organisation, New Jazz Orchestra, John Mayall Bluesbreakers, Arthur Brown Band, Alexis Korner Blues Incorporated, George Fame & The Blue Flames, il meglio del jazz blues di quei primi entusiasmanti anni ‘60, che videro il blues farsi largo a spallate nel mondo della musica inglese, riuscendo a conquistarne anche le classifiche di vendita a 33 e 45 gg. Ai due boss si aggiunsero alcuni brillanti giovani musicisti, il tastierista Dave Greenslade già con Chris Farlowe's Thunderbirds, il bassista Tony Reeves, anche lui con New Jazz Orchestra e nel giro Bluesbreakers, ma anche con Mick Taylor Quartet e con il virtuoso chitarrista acustico Davy Graham, musicista anche lui di grande esperienza. A completare la prima line-up dei Colosseum, il chitarrista James Litherland (anche vocalist), forse il meno esperto del gruppo, ma che saprà inserirsi molto bene nel complesso sound della  band, almeno per un periodo.

 

IL DEBUTTO

 

supershowIl nome Colosseum fu originato dal fatto che Hiseman, forse un po' per caso, nacque a Roma e questo lo influenzò subendo la fascinazione delle glorie imperiali. La band debuttò live al The Scene di Scarbourogh e in radio fu promossa dal dj  John Peel nel programma Top Gear, la critica diede giudizi lusinghieri sulla band e sulla musica da loro suonata. I Colosseum nel 1969 furono tra i protagonisti di “Supershow”, film jam con una marea di protagonisti e vero cult movie sul movimento jazz blues rock anni '60 inglese e americano: c'erano anche Eric Clapton, Buddy Guy, Buddy Miles, Misunderstood, Roland Kirk, Modern Jazz Quartet, Steve Stills e molti altri. A quel tempo i Colosseum avevano già registrato il loro primo LP.

 

 

THOSE WHO ARE ABOUT TO DIE SALUTE YOU

 

L'album in origine doveva chiamarsi Colosseum, ma poi fu scelto il titolo: “Those Who are About to die Salute You” (Fontana, 1969) traduzione inglese della frase latina Ave Cesar Morituri te Salutant. A livello compositivo i brani videro la partecipazione di tutti e cinque i colosseumcover_16469882009componenti la band, dando il senso di come il loro fosse un lavoro collettivo e condiviso, tranne che per i brani Walking in the Park di Graham Bond e Backwater Blues di Leadbelly. Plenty Hard Luck, Mandarin, Debut, Beware The Ides of March, The Road She Walked Before, Those About To Die gli altri brani del disco, una esplosiva miscela di jazz, blues, rock ma anche qualche influenza classicheggiante, totalmente originale il mood della band, con le grandi  capacità soliste dei cinque in evidenza, ma anche con un formidabile impatto complessivo, quasi orchestrale, che sarà una loro caratteristica fondamentale. Negli USA il disco fu pubblicato dalla Dunhill  con una diversa cover sleeve e molti brani diversi dalla copia inglese. L'album arrivò al n.15 della UK LP chart.

 

 

VALENTYNE SUITE

 

Colosseum-The-Valentyne-SuiSempre nel 1969 uscì il secondo lavoro dei Colosseum: “Valentyne Suite” (Vertigo, 1969), quello che è considerato il loro capolavoro, un disco tra i meglio riusciti di tutto il rock UK di quegli anni. Ci fu una presenza forte di Litherland a livello compositivo e il lavoro fu prodotto da Tony Reeves. Il disco è aperto da The Kettle sontuoso brano a firma Smith/Hiseman, poi la jazzistica lirica Elegy con uno straordinario solo di sax di Dick Heckstall Smith e lavoro serrato di Hiseman alle spazzole, Butty's Blues con James Litherland protagonista, a seguire The Machine Demand a Sacrifice, con il mitico assolo di batteria di Jon Hiseman.

Valentyne Suite, lungo brano in tre movimenti che occupava tutto il lato B del vinile originale diede il via un po' a tutto il prog rock (fuso al jazz) che sarà poi protagonista assoluto anche del mercato discografico 577ed859b0a2c3bae962bcdeebd70ee6inglese nei primi anni '70. January Search, February's Valentyne e The Grass is Always Greener... i titoli a comporre la suite: musica d'insieme, momenti romantici e esplosioni quasi hard rock, colori jazz, il tutto su un impianto classicheggiante, mai pomposo, un piacere l'ascolto per chi ama la musica senza tempo e senza barriere di generi. A collaborare con i Colosseum Neil Ardley, con i suoi string arrangement. I brani The Kettle e Valentyne Suite erano stati già pubblicati nella versione USA del loro primo LP. Come il precedente anche  questo album arrivò alla15 posizione nella UK LP chart.

 

THE GRASS IS GREENER

 

Un album particolare e molto interessante, uscì nel 1970, “The Grass is Greener” (ABC/Dunhill 1970), esclusivamente per il mercato USA e quello canadese, ma non si trattò di un greatest hits, insieme a song già edite sui precedenti dischi c'erano dei brani colocover_16499882009inediti: Jumping off the Sun di Mick Taylor, Lost Angeles uno dei pezzi forti dei Colosseum dal vivo, Rope Ladder to the Moon, splendida song a firma Jack Bruce, un arrangiamento del Bolero di Ravel e The Grass Is Greener, lungo brano marcato Smith/Hiseman. In alcuni brani, anche già editi per cui nuovamente registrati appositamente, comparve un nuovo chitarrista a sostituire Litherland, Dave “Clem” Clempson, ex lead guitar dei Bakerloo Blues Line. Solo in Elegy rimane Litherland alla chitarra. La copertina del disco riprendeva quella di “Valentyne Suite” pur non essendo identica. Molto interessante e piuttosto raro nella versione vinile originale.

 

DAUGHTER OF TIME

 

R-1976404-1256206914.jpegIl quarto album dei Colosseum: “Daughter of Time” (Vertigo, 1970), prodotto da Gerry Beron, vide grossi cambi nella formazione della  band, l'innesto definitivo di Clem Clempson, l'avvicendamento di Tony Reeves con i bassisti Louis Cennamo (Steamhammer, Renaissence) e Mark Clarke (Kegmen, Locomotive). Il disco vide brani composti collettivamente: Three Score and Amen, Time Lament, Take me Back to Doomsday, The Daughter of Time, Theme From an Imaginary Western, Bring Your Dead, Downhill and Shadows, The Time Machine; nella band entrò anche Chris Farlowe, potente cantante blues, vecchia volpe del British Blues e noto per essere padrone della tecnica di canto jazz chiamata Scat, vocalizzi onomatopeici in sincrono con la musica. Tra gli ospiti anche Barbara Thompson, sassofonista poi moglie di Hiseman sino ad oggi. Il disco fu accolto un po' freddamente dalla critica, per noi rimane un ottimo album. Meravigliosa Theme of  an Imaginary Western di Jack Bruce e Pete Brown e The Time Machine, pirotecnico solo di Jon Hiseman suonato live.

 

COLOSSEUM LIVE

 

Molti hanno conosciuto i Colosseum tramite questo disco doppio, da annoverarsi tra i migliori live album del decennio ‘70. Registrato alla Manchester University e al Big Apple di Brighton “Colosseum Live”, lavoro eccezionale, uscì nel 1971 (Bronze, UK). L'esperienza R-1262890-1286472302.jpegdi tutti i componenti la band prima e dopo con  i Colosseum ne fece dei veri animali da palcoscenico, capaci di dare il meglio e di improvvisare come veri musicisti jazz, i brani non necessitano di grandi commenti: Rope Ladder To The Moon, Walking In The Park, Skellington, Tanglewood 63 (di Mike Gibbs), Encore...Stormy Monday Blues, Lost Angeles; nella versione CD appare come bonus track I Can't Live Withouth You di Litherland. Potenza, un insieme corale unico, Skellington inedito esaltante, Stormy Monday nella versione più esaltante suonata da musicisti bianchi, pari solo a quella dell’Allman Brothers Band in “Live at Fillmore”: tutto il disco scorre come un fiume in piena, carico di energia pura. Dopo, nonostante il successo del disco, i Colosseum si sciolgono, ma non è una storia finita.

 

DOPO...

 

Jon Hiseman andò formare i Tempest, ottima rock band ma sempre colorata di jazz, con il fido Mark Clarke e due chitarristi eccezionali, Ollie Halsall e Allan Holdsworth; poi formò con Gary Moore e Don Airey i Colosseum II molto orientati verso forme jazz fusion, invero poco convincenti. Clem Clempson andò a cogliere glorie con gli assatanati Colosseum-bandHumble Pie, soprattutto negli  USA, poi lavorò con Clapton dal vivo e Hamburg Blues Band; Dave Greenslade, ritrovato Tony Reeves, formò l'omonima band prog rock (Greenslade), dominata dalle tastiere, che ebbe un buon successo e pubblicò numerosi LP, ricordati anche per le cover sleeve firmate dal grande illustratore Roger Dean. Chris Farlowe andò a cantare con gli Atomic Rooster, con cui registrò alcuni dischi. Dick Heckstall Smith intraprese una carriera solista, pubblicò il capolavoro “A Story Ended” (Bronze, UK, 1972) con tutti i Colosseum, Graham Bond e Chris Spedding; negli 80 suonò con i Mainsqueeze con Victor Brox, fecero anche da spalla a Bo Diddley in numerosi tour europei. Negli anni le collaborazioni di questi musicisti furono numerose e variegate, sino al 1994, quando 23 anni dopo il loro split  decisero di riformare la band.

 

COLOSSEUM REUNION

 

Colosseum_BreadandCircusesDa cosa è stata motivata la scelta della reunion non è dato saperlo, probabilmente dalla voglia di riproporsi in un momento in cui certo rock tradizionale era tornato in auge, essendo finita la sbornia new wave e con il grunge che già da un po' tornava  a suonare, a modo suo, del vero rock. Con le loro immense capacità musicali i Colosseum sapevano di ritrovare un seguito tra i vecchi fans ma anche tra un pubblico più giovanile. L'evento fu allo Zelt Music Festival a Friburgo e alla E-Verk di Colonia in Germania, paese con il palato fine a livello di storia del rock. Con la formazione originale i nostri riproposero il loro repertorio più classico compresa Valentyne Suite integrale: fu un successone, venne stampato un CD e un DVD, che ebbero ottimi riscontri. Nel 2003 il cd colohqdefaultfu ristampato con i due concerti tedeschi del 1994 integrali. Nel 1997 un nuovo lavoro in studio, “Bread & Circuses”, nel 2003 “Tomorrow's Blues” sempre con la line-up originale. Ma le reunion live dei Colosseum diventarono periodiche, anche quando morì Dick Heckstall Smith: sostituito ai sassofoni da Barbara Thompson, hanno suonato anche in Italia in tempi relativamente recenti (2006, 2011). Ora se ne è andato anche Jon Hiseman, mente compositiva e organizzativa della band, era pronto per un tour con Clarke e Clempson; sarà difficile risentirli. I Colosseum rimangono e rimarranno in assoluto una delle migliori band del jazz rock inglese.  

 

Guido Sfondrini

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