Psy-phon BUILDING 1
Italia #consigliatodadistorsioni
Psy-phon è dal 2013 il progetto parallelo di Monophon, alias Andrea Azzali, polistrumentista parmense, noto per aver militato negli anni ’80 nei Tomografia Assiale Computerizzata (T.A.C.), negli anni ’90 nei Parts e dal 2000 nella compagnia teatrale parmense Lenz Rifrazioni come compositore di colonne sonore. Dopo il debutto digitale del 2013 dal titolo “Vol. 1” (di cui ormai è reperibile solo qualche brano su Soundcloud), “Builinding 1” è il primo album vero e proprio di Azzali con questo nuovo pseudonimo, disponibile in elegante digipak o digital download (acquistabili entrambi dalla pagina bandcamp del progetto) e in streaming su youtube.
In attesa dell’uscita del secondo album “Building 2”, ci preme recuperare questa prima uscita che risulterà senz’altro interessante per tutti gli amanti dell’elettronica di ricerca e della scena sperimentale italiana. L’album è composto da una quindicina di tracce, chiamate dall’artista “stanze” (Room 1, Room2,… Room 15), ed è un capolavoro di improvvisazione elettronica noise, power-electronics e non mancano un paio di episodi IDM e alcuni electro industrial. Il mood del lavoro è cupo, sinistro, talvolta rabbioso, talvolta malinconico, l’uso della distorsione non è mai fine a se stessa, ma utilizzata per caratterizzare l’intero sound del progetto, talvolta al limite con generi quali power electronics ed electro industrial senza mai eccedere in estremismi di maniera.
Le influenze del disco sono varie, dalla drone satura alla Merzbow (Room 2) all’IDM distorta alla Aphex Twin (Room 8), da composizioni per piano e microelettronica alla Alva Noto + Ryuichi Sakamoto (Room 9) a composizioni di rumorismo percussivo alla SPK (Room 10). Room 14, una delle migliori tracce dell’album, è una reinterpretazione per piano ed elettronica del requiem Lacrimosa di Giuseppe Verdi. Un disco puramente elettronico, senza compromessi, che colpisce fortemente i sensi dell’ascoltatore e che pertanto non può e non deve passare inosservato a causa della scarsa promozione/distribuzione.
Mediante un laptop e alcuni software specializzati nel live electronics (Max/MSP o il GRM Tool 3, utilizzati nei conservatori per la produzione di opere elettroacustiche), Andrea Azzali (foto su a destra e qui a sinistra) realizza un’opera al 70% improvvisata e al 30% programmata. Manipolando in real-time suoni di provenienza quasi esclusivamente sintetica, ad eccezione delle voci umane nella conclusiva Room 15, e dimostrando tutta la sua tecnica acquisita in oltre tre decadi di sperimentazione sonora. Un disco che riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore per ben settantasei minuti, che scorrono come se fossero trentasei, con formule sonore per nulla scontate: un disco che crea dipendenza in chi ascolta, un vero e proprio lavaggio del cervello che non permette di interrompere l’ascolto prima della fine del viaggio. Raccomandatissimo agli amanti della più radicale sperimentazione musicale elettronica ed elettroacustica.
Correlati →
Commenti →