Gianni Venturi L’Ordine Nella Cura
‘Nulla sorge dall’ordine. Tutto è caos’
Inghiottita dal cemento, sommersa dalle acque. Una infelice umanità che vaga tra memorie perdute, malesseri, vuoti incolmabili ed imperi del niente. È una trasvolata tra la luce e le tenebre alla ricerca delle radici il nuovo poema sonoro di Gianni Venturi “L’Ordine Nella Cura". A meno di un anno dal convincente progetto pop-folk “L’Amore Ai Tempi Della Lira” nel quale si era avvalso della collaborazione dei fratelli Maurizio e Valerio nonché dall'amico Gigi Cavalli Cocchi, l’eclettico artista emiliano effettua il ritorno sulla scena con un lavoro dal taglio decisamente sperimentale affondando gli artigli della sua anarchica creatività nelle viscere di una sofferta rappresentazione dai toni oniricamente realistici e sofferenti. È il Venturi follemente profondo e libero, quello che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare con le ‘balene spiaggiate’ e i ‘mantra informatici’, che declama inquietamente puntellato dalla voce e il contrabbasso di Chiara Brighenti e dalle musiche di Felice del Gaudio (Ritmo Della Terra) e del fedele Alessandro Seravalle (Il Cancro Neoliberista). Dagli arcaici battiti di Petali alle distorte vibrazioni de La Casa Dell’Anima, passando per le gravi sequenze di Tutto È Amore (‘L’Amore non ha voce ma semplici note’) si snodano le traiettorie emozionali dell’ennesima proposta musicale coraggiosa, svincolata da compromessi e regole di mercato, che invita ineluttabilmente all’esercizio della riflessione. Istrionicamente sincero, Gianni riversa nel componimento lirico la sua prorompente anima da ‘saltimbanco controcorrente’ mirando, riuscendoci, a propagare sensazioni, pensieri e fotogrammi di vita vissuta attraverso un’attenta e ricercata poetica d’autore. Menzione particolare per l’apocalittica grafica di copertina realizzata dell’ottimo Lucien Morieu; l’altra faccia di ‘Moloch’ cura tra le altre anche la regia ed il disturbato’ montaggio della clip promozionale del “Ritmo Della Terra. Lampi di geniali intuizioni per ardimentose esperienze. A firma Venturi.
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