Appaloosa The worst of saturday night
Appaloosa è il nome di quella meravigliosa razza di cavalli che ricorda i film sui nativi americani e che è caratterizzata dal mantello maculato o di pigmentazioni molto diverse tra loro che tappezzano in modo variegato il corpo del cavallo. La varietà di colori all'interno dello stesso “corpo” deve aver ispirato il nome agli Appaloosa, gruppo toscano nato nel 1998 a Livorno e che ha all'attivo cinque album. L'ultima fatica si chiama “The worst of saturday night (Musica per energumeni del sabato sera)” uscito a qualche anno di distanza da “Savana” (2009). Come lo stesso titolo anticipa il progetto è una raccolta di tracce destinate ad un ascolto per palati dai gusti stemperati, diciamo così. Una sequenza di tracce dalle poche idee, in compenso ben confuse, che shakera dance, funk, sonorità sinth e psichedelia in una pluralità di tracce che potrebbero essere una sola, nel senso che sembra reiterarsi sempre la stessa con ripetizioni al limite dell'ossessivo. Rispettata fino in fondo la dichiarazione di intenti dettata dal titolo, il peggio del sabato sera, perché al termine dell'ascolto del cd poco resta di quanto è stato. Anche se si possono rilevare degli spunti notevoli come Lulì o Irish, quest'ultima davvero molto bella. Come nelle migliori, o peggiori, tradizioni della mattina dopo un sabato sera quando poco rimane se non un vago senso di confusione e la presenza di cartacce e resti di vario genere a testimoniare che un “qualcosa” c'è stato, insieme ad un lieve ricordo di musica a tutto volume, per certi versi a metà tra il catartico e l'ipnotico, che però non si riesce a definire pienamente e svanisce con la prima brezza del mattino.
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