Animal Farm Project THE EARTH FOLLOWS US
Un caleidoscopio di emozioni soniche questo secondo, splendido album degli Animal Farm Project. La band bolognese prodotta da Cristiano Santini (ex cantante dei Disciplinatha) ci offre un disco di grande spessore a distanza di circa tre anni dal predecedente "Complicated Lines" che riscosse lusinghieri consensi fra gli addetti ai lavori in Italia e non solo. Dopo anni di concerti e prove, alcuni cambi di formazione rischiosi e fondamentali (voce e chitarra) invece di minare il già valido sostrato del gruppo sembrano aver contribuito ad alimentare la forza creativa ed emozionale del sestetto felsineo. Sono proprio, a mio avviso, le chitarre di Fabio D'Aniello e Davide Reniero oltre alla affascinante voce di Barbara Battocchi a caratterizzare il suono degli AFP, fermo restando il granitico ed entusiasmante risultato d'insieme garantito dagli ottimi Adriano Primaverile al basso, Ivan Gagliano alle tastiere e Daniele Gironi alla batteria. Fra rock, psichedelia e schegge di elettronica il lavoro si apre con The Pill, gran bel groove fra funky acido e arpeggi onirici. Diving Inside ci accarezza con echi di Portishead e un gustoso sentore progressive che nella successiva Your Favorite Thing assume l'immenso profilo di Peter Hammill e dei suoi Van Der Graf Generator. Atmosfere sospese e acidi ricami elettrici per Six2Nine. Intermezzo noise, e grande verve interpretativa. Il singolo scelto come apripista è la title track che si avvale di un video diretto da Stefano Poletti (già con Baustelle ed altri) e si snoda sinuosa e morbida riportando alla mente, a tratti, la migliore produzione di "Sua Eleganza" Dave Gilmour. Tra rock wave fine anni Ottanta (Shock) e pezzi pop di pregevole fattura (Love Dance, One Day) ecco finalmente l'unico pezzo in lingua italiana. Dieci gocce di veleno è un gioiello dark wave profondo e immediato, forse il pezzo migliore del disco, di certo lo scrigno che potrebbe custodire il segreto per raggiungere risultati e traguardi che sembrano comunque essere contenuti nel patrimonio genetico della band. Che si continui lavorando sui testi in italiano, perchè il resto c'è ed è di gran livello. Davvero un gran bel disco.
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