Lleroy Soma
Dopo ben cinque anni da “Juice Of Bimbo”, che vedeva alle macchine il grande Giulio “Ragno” Favero (One Dimensional Man, Il Teatro Degli Orrori), il temibile trio marchigiano Lleroy composto da Francesco “Fre’ ” Zocca , chitarra, voce e monotron, Chiara “Bunker” Antonozzi, basso e voce (quest’ultima subentrata a Giacomo Zocca), Riccardo “Rupert” Ceccacci, batteria, torna a incendiare i padiglioni auricolari con nove tracce di puro delirio hardcore. “Soma” è un album di pura devastazione sonica, a partire da Tignola, sorta di pugno nello stomaco di matrice noise-core, con martellìo di chitarra, basso e batteria tendente allo sfondamento di muri immaginari. Suoni di crudo e pesante metallo che incidono la carne di cicatrici non rimarginabili con punteruoli tuffati nel fuoco, come in Cuorleone, o nell’attacco siderurgico di Dentro Al Cerchio, dove la batteria di Ceccacci erige barriere sonore invalicabili da orecchie profane, prima che la chitarra di Fre’ distrugga definitivamente con assalti al fulmicotone l’ultimo residuo di linearità musicale. Altre tracce notevoli del disco: Soma, nella quale la possanza dell’impatto ricorda certi ritmi sincopati e mortiferi dei geniali e dannati Neurosis; Merda Nazionale, con la voce ulcerata, ai limiti del growl, ad intersecare selvagge scariche di chitarra e batteria; Omega999, forse il momento migliore dell’album, con continui cambiamenti di fronte, dall’hardcore più violento a improvvisi inserti di electro-noise con atmosfere di decadente aura crepuscolare. Una menzione particolare meritano i testi, assai intriganti e pregnanti, purtroppo non messi in adeguata evidenza dalla registrazione, il vero limite di un disco, questo dei Lleroy, alquanto dignitoso, certo non per tutti, ebbro di reiterate esplosioni magmatiche e persistenti esalazioni sulfuree.
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