Ruben QUANTO SANGUE (Ruben canta Sandro Pedicini)
A distanza di un anno da “Il lavoro più duro”, che bene fu accolto da critica e pubblico, Ruben, alias Pierfrancesco Coppolella, pubblica un EP contenente quattro brani realizzati su testi del poeta campano Sandro Pedicini. Presentato ufficialmente il 30 agosto al Musik Park Festival di Castelnuovo del Garda durante il quale il cantautore veronese ha aperto con un set acustico il concerto degli storici Gang, “Quanto Sangue” è un disco breve e intenso in cui la musica veste con sobria eleganza i versi semplici ed essenziali del poeta beneventano. Ruben si limita a cantare e lascia che la sua musica e i suoi arrangiamenti vengano posti in essere dai musicisti che lo affiancano. Sono la vita e l'amore ad essere narrati come in Quanto sangue che apre il disco con la sua struttura da ballata west coast in cui Andrea Poddighe si destreggia con maestria alle chitarre, all'Hammond, al basso e alla batteria colorando di sfumature rock-blues la criptica descrizione di un amore non sappiamo se perduto o trovato, ma di certo cercato con passione e costanza: “Penso di poter riamare quel luogo che non vedo, ma che ancora oggi mi concedo. Non sai quanto sangue ho donato e quanto attraversandoti ti ho cercato”. Il pop minimale de L'angolo del letto è un'ode alla straordinaria bellezza che può nascondersi o palesarsi in ogni istante della nostra esistenza quotidiana: “I miei anni si amano e non faccio che baciarli. Come una volta gioco e corro a toccarli. Sono nel paradiso e di vivere ho tanta fretta, nell'universo all'angolo del letto”. La voce di Ruben è sempre supportata da Andrea Poddighe che oltre agli strumenti già citati in precedenza suona anche Fender Rhodes, Wurlitzer, percussioni e glockenspiel. Maddalena Fasoli è al violino. Un grande amore è una malinconica ballata folk in ritmo ternario per voce, chitarra classica, mandolino e fisarmonica: “Un grande amore punta lontano non forma catene e niente contiene”. Il mio corpo, brevissimo blues leggero e solare, chiude un lavoro onesto e sincero che deve di certo essere inteso come una parentesi liberatoria nella carriera di Ruben che nei dischi precedenti ha sempre affrontato con passione, oltre all'ampio spettro dei sentimenti personali, temi scottanti inerenti al sociale. La consueta, amorevole partecipazione espressiva del cantautore veneto, la sua cura nella composizione e negli arrangiamenti oltre al validissimo e basilare apporto di Andrea Poddighe nelle vesti sia di strumentista che di tecnico del suono (l'EP è stato registrato e missato nei suoi studi di Brescia tranne alcuni momenti registrati al Ruscello Studio di Verona da John Mario) fanno sì che “Quanto Sangue” risulti un prodotto gradevole nella sua amabile semplicità.