Niagara OTTO

In questi ultimi anni i fermenti musicali nel capoluogo piemontese sono stati intensi e concentrati soprattutto nella scena alternativa ed elettronica. Nascono qui i Niagara, dagli ex N.A.M.B. riuniti dal cantante Diego Perrone, voce di supporto in diverse esibizioni di Caparezza. Dopo un primo EP omonimo, la formazione torinese prepara un cocktail di tendenze remote e futuristiche, titolandolo “Otto”. La band è formata anche da Davide Tomat e Gabriele Ottino, supportati per la registrazione del disco da Silvio Franco, diplomato in contrabbasso - vanta molte collaborazioni - e dal batterista Davide Compagnoni, anche lui ex N.A.M.B. L’album esordisce con Eight, un interessante brano dalle atmosfere acustiche con reminiscenze di prog italiano ‘70s e di psichedelica ‘60s, soprattutto quella targata Pink Floyd periodo Meddle.

Particolari i timbri vocali di Ottino e Tomat, che ricordano quello intenso di Kelly Jones degli Stereophonics ma anche l’ora aggressivo ora pacato di Steven Wilson, leader dei Porcupine Tree. Tali influenze però non sono predominanti durante tutto il disco: accentuata è la tendenza all’elettronica e all’ambient, di derivazione N.A.M.B., molto evidente in brani come Superbe, caratterizzato da atmosfere new age, Watershipdown, un mix di rumori psichedelici e ritmi drum‘n’bass, o E.V.A, dai toni confusi e ostinati, che si colloca tra i brani più psichedelici del disco. Ma la varietà di generi presente in questa produzione dei Niagara si estende sino al folk elettronico ed al pop, in particolar modo in Seal, il singolo estratto dal disco, caratterizzato da un’ostinata melodia di ukulele allungata da un delay, e Etacarinae, sound spensierato dalle influenze beatlesiane in mix con sonorità ambient. Sicuramente un disco non ancora maturo ma le svariate idee compositive che contiene potrebbero svilupparsi col tempo ed amalgamarsi meglio in futuro.