Siciliano Sono MUNDO MALO
A dispetto del nome della band, la Sicilia appare lontanissima nelle coordinate dei Siciliano Sono. Che, invece, sguazzano più nelle acque dei Caraibi che in quelle dello Stretto di Messina. E se di Mediterraneo si tratta, è più quello della Spagna che del nostro Stivale.
La Spagna, in particolare, è quella trasudante Patchanka dei Mano Negra, o quella un po’ zingaresca, sfacciata ed esuberante, grottesca e sarcastica, de Les Negresses Vertes.
Altri ingredienti? Difficile enumerarli tutti: un po’ di Willy De Ville e un po’ di Cumpay Segundo, un pizzico dei Madness e un Bob Marley che veglia in lontananza.
Se vogliamo tornare in Italia, viene in mente la prima ondata dell’hip hop che ebbe una certa eco nella nostra nazione, con particolare attenzione verso quei gruppi che mescolavano rap e ska, raggamuffin e ultimi strascichi di una certa attitudine post-punk: i Sud Sound System, i Niù Tennici, il Generale… E poi, naturalmente, la grande tradizione torinese (ebbene sì, facciamo un salto da un capo all’altro della nostra nazione) di gruppi come Africa Unite, Giuliano Palma & The Bluebeaters, i Mau Mau.
Musica tutta da ballare, suonata con grande maestria, divertente, trascinante, che prende subito alla pancia e, subito dopo, alle gambe, ma che non trascura la testa: per chi preferisce ascoltare che sgambettare i testi sono tutt’altro che stupidi. La divertente ironia di Come nacquero le corna è una irriverente rilettura dei passi biblici dedicati ad Adamo ed Eva, mentre Giufà, solo apparentemente frivola, è (ancora una volta con questa chiave di lettura ironica e fintamente scanzonata) in realtà un quadro di una certa Sicilia gattopardiana, fatta di potenti un po’ loschi e votanti che scelgono il quieto vivere. Nota curiosa: di questo brano è presente sul CD anche la versione in spagnolo. E non è certo l’unica traccia dell’album in questa lingua, adeguatamente riscoperta da questi validissimi eredi agrigentini dei Mano Negra.
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