Infrared INFRARED
"Infrared" è l'omonimo EP della band milanese che affida il proprio esordio ad una (auto)produzione efficace e in grado di fornire al lavoro artistico un'aura di consumata professionalità.
Raffinata – a volte al limite del lezioso – la presa della voce di Tania Tiozzo e il mix dei suoni restituisce brillantezza ad un genere ormai in dismissione. Infrared rimesta così tra i Guano Apes scongelati direttamente dal 1998 e lo stile gothic di Cristina Scabbia. Se poi a tutto aggiungiamo una spolverata di easy listening nella scrittura delle linee melodiche dei ritornelli avremo chiara la forma che i primi due brani, Time e That Day, assumono. Lo spazio riservato al compiacimento tecnico è del tutto assente e gli sforzi della band sono riservati soprattutto alla creazione di piccoli, taglienti oggetti sonori in grado di persistere alla esperienza dell'ascolto. Seguendo questa fondamentale esigenza Infrared tornisce tutte le sue sculture sonore avvolgendole tra i lembi di una linea di basso potente e molto presente che definisce il volto proprio della band milanese. Ne sortisce un'esperienza che prova a mutuare dal crossover degli ultimi 20 anni le energie in grado di fare la differenza: leggiamo in questo modo le sottigliezze funky di Once More. Così come la prelibatezza neo-gothic di Wounded si sostiene su un'impalcatura di comprovata efficacia che ha fatto la fortuna di qualsiasi oscurità scandinava da Liv Kristine in giù.
Colpisce positivamente l'equilibrio solido che Infrared propone tra una scelta artistica risoluta e la fruibilità quasi radiofonica dei singoli brani segno di una profonda maturità libera da qualsiasi velleità idiota - da intendersi in senso letterale.
Bene bravi bis.
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