Pajarritos CREAM
«Alziamo i pugni dal 1999», questo lo slogan con il quale si presentano i Pajarritos, sottolineando quasi due decenni di militanza nel mondo della black music. Di black music, esattamente: perché pur venendo dalla provincia milanese (da Abbiategrasso, per la precisione), i Pajarritos suonano nerissimi. In questo loro quinto album “Cream” (senza voler conteggiare i demo, le partecipazioni alle compilation e molto altro), prodotto da Madaski, che per loro suona anche le tastiere nel disco, troviamo un compendio di “blackitudine” davvero sbalorditivo: protagonista assoluto il funk, con il basso mixato sempre bello alto e presente, ma troviamo anche il rap (con voce maschile) e il soul (con voce femminile), armonizzazioni vocali sorrette da piani elettrici tanto “Philly-sound”, gli squittii dei sintetizzatori alla Herbie Hancock, vocioni quasi zappiani, la disco, l’acid-jazz, atmosfere lounge, jazz-rock, fusion… La produzione allestita da Madaski (nome che non ha certo bisogno di presentazioni, anche se il collegamento più diretto che viene in mente sono gli Africa Unite) è a dir poco sontuosa e sfavillante, e la formazione a otto elementi, più Madaski e Tormento (ex-Sottotono, presente nel brano Performance) crea veramente un muro di suono impressionante. A proposito, chi sono? Si firmano con vari pseudonimi nelle note di copertina, come K (vocal diva), Dr.Bru (voce possente e didjeridoo), Mr. Bazu (basso e project manager), Jody (sax e EWI), Dewa (batteria), Black Mamba (percussioni) e Alibi (rapper definito “special guest eterno”). Se facessero ancora i film in stile Shaft questo album sarebbe la colonna sonora ideale. E se provate ad ascoltarlo in macchina, la vostra Fiat Panda vi sembrerà una Chevrolet Camaro del 1975, mentre l’autostrada Genova-Milano si trasformerà per un attimo in una highway che va dal Bronx fino alle spiagge sulle rive dell’Oceano.
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