Neapolis Festival: Tricky + Soviet Soviet Neapolis Festival: Tricky + Soviet Soviet 25 Luglio 2013, Arenile di Bagnoli, Napoli
E’ una giornata caldissima quella che apre la XVII edizione del Neapolis Festival, che quest’anno, dopo la breve parentesi salernitana di Giffoni, torna a Napoli, all’Arenile di Bagnoli, per esprimere solidarietà a Città Della Scienza. Anticipato da uno splendido concerto di Patti Smith andato in scena il 12 giugno, ora lo storico festival partenopeo è entrato nel vivo con due giornate ricche di musica. Ennesima location quindi per un festival che sembra non trovare una fissa dimora. Dopo l’Arena Flegrea, la Mostra D’Oltremare, Acciaieria Sonora ed altri spazi del vecchio Italsider, oggi il festival partenopeo approda in uno dei più famosi locali della zona, per l’appunto l’Arenile di Bagnoli. Una scelta molto discutibile quella di proporre un festival rock in un disco-club, che anche se dedito spesso alla musica dal vivo, non sembra essere organizzato per accogliere in modo adeguato un evento rock. Ciò lo dimostra anche lo scarso pubblico accorso per l’evento che lamenta non solo una mediocre organizzazione, ma soprattutto il prezzo del biglietto.
Pensando al passato non ci si può non rendere conto che col trascorrere degli anni il festival napoletano abbia perso sempre più importanza a livello artistico. Sono ormai lontani gli anni in cui sul palco del Neapolis si trovavano artisti come David Bowie, Peter Gabriel, Deep Purple, David Byrne, Nick Cave, REM etc… C’è quindi già chi parla di un festival ormai in piena crisi. La prima giornata della manifestazione si compone di un programma che presenta cinque nomi: Unhappy, Motosega, Fiberglass, Soviet Soviet e Tricky, headliner della serata. I primi tre nomi, in pratica, sono sconosciuti a molti. Sono appena le 19 e il caldo soffocante lascia spazio ad una rinfrescante brezza marina che non può non costringere ad ammirare un panorama mozzafiato. I primi a salire sul palco sono gli Hunappy, che suonano una mezz’ora di rock davanti ad una ventina di persone. Arriva poi il momento dei Motosega che sfornano un punk rock potente dove le chitarre prendono il sopravvento sulla voce del cantante. Sono i Fiberglass a cambiare umore all’evento, presentando una sorta di pop-wave fresco che allieta i presenti, pur non entusiasmandosi tanto.
Tra il pubblico sbuca anche Tricky che si mostra molto disponibile (lo ricordavamo schivo) firmando autografi e facendosi immortalare tranquillamente abbracciato ai suoi fans. L’esecuzione delle tre bands emergenti lascia finalmente spazio ai Soviet Soviet che giungono sul palco accompagnati da un bellissimo tramonto. Il Festival entra così nel vivo ma la gente sembra non gradire e preferisce rimanere ancora seduta a sorseggiare il proprio drink. La band di Pesaro, costretta a suonare davanti a poche decine di persone - tra cui molti fotografi e giornalisti - manifesta il proprio disappunto: ”vi aspettavamo sinceramente più numerosi” dice Andrea Giometti dal palco. Così i Soviet Soviet iniziano il loro show, dando vita ad un esecuzione di pura potenza e alternando i brani presenti nei primi tre Ep ad altri che entreranno a far parte del nuovo album in uscita ad ottobre. Alla misera quantità di persone presenti ci si mette anche la scarsa qualità dell’audio.
Nel primo quarto d’ora in pratica la voce di Andrea Giometti è quasi impercettibile, sopraffatta dagli strumenti. I ragazzi continuano comunque a suonare grondando sudore e regalando ai presenti un’ ora di post punk tenebroso e saturo di tensione, un’esecuzione violenta di distorsioni ammalianti che ci conducono verso l’oscurità della nott,e che vede salire sul palco il principe delle tenebre. E’ Tricky ad infiammare Bagnoli. Drink alla mano, e accompagnato dalla splendida corista di origine napoletana (Francesca Belmonte), esordisce sul palco con passo felpato da pantera. Tolta la canottiera e accesa una sigaretta, inizia la musica, e cala sul pubblico un muro sonoro di estrema potenza. È buio, le luci soffuse accompagnano la musica di Tricky quasi fosse una discesa negli inferi. Sound impeccabile e fascino magnetico per l’artista di Bristol che dopo un paio di brani improvvisamente invita gente sul palco. E’ il delirio. Sulle note di Ace Of Spades, cover dei Motorhead, ci si ritrova sul palco a pogare accanto a Tricky. Chi lo avrebbe mai immaginato! Adrian Thaws infiamma una serata che sembrava destinata ad essere dimenticata.
La gente non è certo tanta, ma quella centinai di presenti sembrano gradire davvero molto la sua performance, che alterna brani provenienti dall’ultimo “False Idols” (Parenthless, Nothing Matters) ad altri del passato (Overcome, You Don't Wanna) in una miscela seducente di trip hop, rock e dub che si conclude con un viaggio allucinogeno di oltre 15 minuti con la gente nuovamente sul palco; dopo Tricky scende in mezzo al pubblico per essere innalzato ad eroe di una serata che proprio non sembra terminare. Un live riuscitissimo ma soprattutto inaspettato che riesce a risollevare le sorti della prima serata di un festival che presentava un programma alquanto discutibile, e che lascia un po’ di amaro in bocca per la scarsa risposta di pubblico. Se solo si pensa a come qualche mese fa Bruce Springsteen abbia faticato a riempire Piazza Plebiscito, e soprattutto alle polemiche post concerto, ci si rende conto di quanto sia difficile oggi per Napoli imporsi a livello musicale.