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1 Agosto 2024

The Divine Comedy + Virginiana Miller – Live 12 luglio 2024, The Divine Comedy + Virginiana Miller, Anfiteatro Fonte Mazzola, Peccioli (PI)


C’era molta attesa per l’unica data italiana della band di Neal Hannon che centellina le sue apparizioni, solo tre date quest’anno prima di questa, e che non pubblica nuovo materiale da cinque anni. Questo spiega in parte come mai l’anfiteatro pecciolese pur abbastanza affollato non abbia registrato il sold out, come accadde l’anno scorso per Glen Hansard. Peggio per gli assenti, perché Hannon non si è risparmiato nelle due ore di concerto, supportato da ben nove musicisti: un quartetto d’archi, un pianista, un fisarmonicista, un bassista, un batterista e un chitarrista. Ma procediamo con ordine, ad aprire la serata i livornesi Virginiana Miller. Curiosamente anche loro assenti dal mercato discografico dal 2019 e che stanno riprendendo la loro attività live e soprattutto realizzando nuovo materiale, il loro set si è chiuso infatti con un brano nuovo, amaro e bellissimo, La Fine Del Patriarcato. Set acustico e relativamente breve, otto brani in tutto, che ha riscosso l’attenzione e il plauso del pubblico, conquistato dal loro rock cantautorale. Due chitarre, un basso, tastiere e batteria fanno da ottimo contorno al cantante e autore dei testi Simone Lenzi, seduto al centro del palco. Chiaramente è lui il fulcro dell’attenzione, abile nell’intrattenere il pubblico nelle presentazioni e a conquistarlo con i suoi testi ricchi di immagini metaforiche, giochi di parole, ironia, talvolta amara. Metà della set-list è stata tratta da “Venga Il Regno” del 2013, ultimo loro disco in italiano prima di “The Unreal McCoy” del 2019, particolarmente riuscite La Carezza Del Papa, Anni Di Piombo e Lettera Di San Paolo Agli Operai.

 

Alle 22 è giunta infine la volta dei Divine Comedy, avevamo qualche timore sul loro set, sia per un concerto molto patinato e controllato, sia per arrangiamenti enfatici visto il numero degli strumentisti e la presenza del quartetto d’archi. Ebbene nulla di tutto questo, Hannon ha tenuto il palco con grande maestria, ma soprattutto con leggerezza e ironia, ha dialogato col pubblico anche con il suo improbabile italiano ricavato da Google, insomma ha tirato fuori la sua calorosa anima irlandese. Gli arrangiamenti hanno evitato la magniloquenza, hanno puntato a dare il giusto ritmo alle canzoni, merito anche di un’ottima sezione ritmica, che a tratti le ha reso perfino briose. Non a caso verso la fine del concerto il pubblico si è riversato tutto sotto il palco sollecitati in particolare da una vibrante versione di Tonight We Fly. Il buon Hannon ha evitato la sceneggiata di uscire e rientrare per il bis, ma è andato avanti sostenuto dagli applausi dei presenti fino alla mezzanotte. Due ore che non hanno avuto momenti di calo, aver scelto come brano d’apertura la bellissima Absent Friends ha immediatamente aperto il cuore del pubblico che da quel momento in poi ha seguito con passione e partecipazione la band, mentre Neil Hannon fra un bicchiere di vino rosso e una sigaretta inanellava ventidue magnifiche canzoni, intrise di romanticismo come Have You Ever Been In Love, sbarazzine e ironiche come Generation Sex, nostalgiche come Summerhouse, raffinate come Bad Ambassador, trascinanti come Becoming More Like Alfie, ballate sognanti come Lady Of A Certain Age. In ventidue canzoni Hannon ha ripercorso le tappe più importanti della sua trentennale carriera, stranamente nessun brano è stato tratto dal suo ultimo lavoro "Office Politics", oltre alla bravura sua e della band si è fatto apprezzare per la naturalezza e la simpatia che ha mostrato sul palco, aspetto che crediamo sia stato particolarmente apprezzato dal pubblico presente. Davvero una bella serata di musica, impreziosita dalla magia delle colline pisane.

Ignazio Gulotta
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