Migliora leggibilitàStampa
3 Ottobre 2024 , ,

Nick Cave & The Bad Seeds Wild God

2024 - Pias
[Uscita: 30/08/2024]

Il 2016 è stato l'anno di “Skeleton Tree”, con il suo carico di desolazione e solitudine. Tre anni dopo, “Ghosteen” divenne il capitolo emotivamente più insostenibile e toccante dell'intera discografia di Nick Cave che ha voluto esibire la radiografia di un'anima spezzata mentre lo spirito di un figlio ancora bambino aleggiava tra le parole riempiendole di elettricità. L'intimo dualismo che lega questi due album ha creato uno spartiacque, come un confine doloroso dell'esistenza o, meglio, una frattura dentro la quale vedere un'alternativa possibile per sopravvivere. “Wild God” è il primo lavoro dopo cinque anni insieme a The Bad Seeds, tralasciando “Carnage” ed altre colonne sonore scritte insieme a Warren Ellis. In realtà, proprio una presenza più discreta di Ellis disinnesca, tanto nel bene quanto nel male, parte della deriva obliqua che aveva connotato dischi come “Push The Sky Away”. Non sappiamo dire se “Wild God” sia il disco della riconciliazione con se stessi e con un Dio guardato da sempre dritto negli occhi. La costante invasiva modalità gospel choir non è la risposta che cercavamo sul ritrovato equilibrio con la vita da parte di un padre che ha imparato nuove connessioni spirituali con il proprio figlio, ben oltre la sua presenza. Le nuove dieci canzoni ostentano una sorta di energia forzata che sembra illuminare nuovi orizzonti facendo, nello stesso tempo, ripensare ad un passato in cui si credeva nella intangibilità del destino. “Amazed of love and amazed of pain” canta Nick in Frogs, uno dei versi più eloquenti circa il suo personale cammino verso un Assoluto che schiaccia subito dopo averti accolto. Nick è morto e rinato più volte nel corso della sua vita ed è possibile che abbia chiesto una tregua al Dio del Vecchio Testamento, con un "cessate il fuoco" che conduce ad una idea di classicismo attualizzato, come l'estatica opener Song Of The Lake e la sua malinconica coralità. Al di là del titolo, non c'è nulla di selvaggio qui, visto che siamo anni luce lontani dai dissidi interiori di "Kicking Against The Pricks". Tuttavia, ascoltare un brano come Final Rescue Attempt fa comprendere come "quella" voce abbia la capacità di conferire il proprio imprinting a qualunque cosa. Joy e Cinnamon Horses sono avvolti da un velo di drammaticità quasi liturgica, mentre uno degli apici della track-list è Long Dark Night, degno del mood di “The Boatman's Call”. In chiusura il gospel di As The Waters Cover The Sea parla di un risveglio che significa resurrezione ed auspici di buone novelle. Le ferite continuano a sanguinare, eccome, solo che adesso Nick ha capito come prendersene cura.

Voto: 7/10
Giuseppe Rapisarda

Audio

Video

Inizio pagina