Wet Leg Wet Leg
[Uscita: 08/04/2022]
A volte basta poco per essere proiettati verso la fama, e così per il duo composto da Rhian Teasdale e Hester Chamber, due sfrontate e allegre ‘ragazzacce’ provenienti dall’Isola di Wight, che hanno scelto l’ammiccante nome di Wet Leg per la loro band, il lancio nell’estate del singolo Chaise Longue, brano effettivamente trascinante e irresistibile, ha finito per attirare su di loro l’attenzione della stampa specializzata e del pubblico, e così finite sotto contratto con la Domino adesso esordiscono con il loro album eponimo. Le due ragazze scrivono, cantano e suonano, con l’aiuto di un bassista, di un batterista e di un altro chitarrista, un indie-rock intinto nel post-punk, non disdegnando incursioni nel pop e nella psichedelia, e come per i classici 45 giri le loro canzoncine, il termine non vuole essere assolutamente spregiativo, ché di canzonette abbiamo spesso bisogno, non superano mai la soglia dei quattro minuti. Le due inglesi si fanno portabandiera di un rock’n’roll moderno e irresistibile, tutto movimento e ballabilità, con ritmiche serrate e chitarre sventaglianti e riff brevi e sferraglianti, voci scatenate venate di ironia ed evidente sensualità, del resto il rock sin dai suoi inizi ha fatto dell’erotismo una sua bandiera anche di liberazione. Certo questo aspetto di rivolta oggi non ha più senso, ma è sempre un bel godimento una musica fatta per gli ancheggiamenti, i nervi e membra bagnate di sudore. E poi le Nostre ci sanno fare maledettamente bene, hanno ben imparato la lezione di Debbie Harry, B’52, Franz Ferdinand, ma anche, fatta salva l’influenza francese, degli Stereo Total. E poi ammettiamolo non è facile trovare un album con ben dodici canzoni nessuna delle quali appare debole o inutile e questo sia quando si gioca sul tiro teso di un indie-rock scatenato come Being In Love o Oh No, sia quando si sceglie il languore pop di deliziose canzoni d’amore come Loving You e quelle venate di erotismo come in Wet Dreams, ed è proprio in brani come questi che si apprezzano anche i loro testi tutt’altro che banali e non privi di ironia (« I was in your wet dream / Driving in my car / What makes you think you're good enough / To think about me when you're touching yourself?» da Wet Dreams). Certo ci sta che ci sia della scaltrezza dietro la loro proposta, ma in fondo a noi che ascoltiamo poco importa, il disco è divertente, ci soffia in faccia un po’ di aria fresca e non banalmente spensierata, che di questi tempi non è poco, che tra scorie di pandemia e venti di guerra non sarà affatto una brutta idea metter su il disco delle Wet Leg e lasciarsi andare a un po’ di sano e vivo rock’n’roll.
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