Bologna Violenta UTOPIE E PICCOLE SODDISFAZIONI
[Uscita: 27 /01/2012]
# Consigliato da Distorsioni
Nicola Manzan, 35 anni da Treviso, è uno dei più apprezzati polistrumentisti italiani, ha un diploma in violino, che gli è valso la partecipazione e collaborazione con alcuni dei più importanti artisti indie rock nostrani, Il Teatro degli Orrori e Baustelle su tutti. Quella che ci interessa però è la sua pazzesca creatura, Bologna Violenta, uno degli act più interessanti partoriti ultimamente dalle nostre parti. Fortemente ispirato dai rivalutati polizieschi anni 70, vedi grafica di copertina, i dialoghi dei films e via dicendo, con il disco omonimo "Bologna Violenta" (2005) ci regalò un primo saggio delle sua abilità strumentale, cyber-grindcore e tessiture musicali suonate alla velocità della luce, 27 brani per 15 minuti totali, un record da fare invidia ai primi Circle Jerks! Dopo cinque anni di oblio dovuti come detto a numerose ospitate che qui non sto a rammentare, riemerse col geniale "Il Nuovissimo Mondo" (2010) uno dei migliori lavori del decennio appena trascorso, con annessi video testi e reading disturbanti al limite dello splatter, di una crudezza inedita dalle nostre parti. Manzan del resto si è sempre dichiarato un musicista estremo, stupefacente la facilità con cui passa dai suoi studi classici, Bach in particolare, al death metal più sanguinario.
Bologna Violenta si ripresentano ad inizio 2012 con questo "Utopie e piccole soddisfazioni", la solita sfilata di pezzi, ventuno stavolta, per mezz'ora totale di durata e l'abbandono, chissà se definitivo, delle tematiche cinematografiche, ancora presenti nella precedente raccolta. Rispetto a quei due lavori c'è un maggior uso delle orchestrazioni, il suono è solo a tratti basato sulla Gibson maltrattata e disturbata, piuttosto in questi solchi emerge il magico violino Carioni di Manzan e largo spazio viene dedicato agli strumentali: in questa direzione ascoltare gli archi che decorano Intermezzo ed il conclusivo Finale - Con rassegnazione, quest'ultimo di quasi 6 minuti, che chiude il disco con una melodia malinconica ed autunnale. In momenti come questi viene fuori tutta la consumata bravura di Nicola, il suono violinistico qui è inteso nel senso classico del termine, affiorano anche ricordi dei tempi gloriosi del prog italico dei 70, certe melodie intessute da Mauro Pagani con la P.F.M, i New Trolls di Concerto Grosso di Luis Bacalov o il Lucio "Violino" Fabbri di "Amarena" (Cramps 1978).
Le poche tracce cantate riassunte nel disco si limitano ad una bella cover di Valium Tavor Serenase dei CCCP cantata dall'ospite Aimone Romizi dei Fast Animals and Slow Kids, mixata con la pazzesca You're enough, con J.Randall alla voce, grind al 100% oltre a Mi fai schifo, gridata più che cantata da Franz Valente (One Dimensional Man). Un cenno a parte per il brano più curioso di tutti, Remerda, si potrebbe definire una favola moderna, ma il cui testo narrato da Nunzia Tamburrano non lascia spazio a dolcezze di nessun tipo, 'C'era una volta un politico di merda, la gente non capiva, pensava fosse oro. Lui mangiava e mangiava, ma il popolo non digeriva. Un giorno però il politico scoppiò e il popolo affamato se lo mangiò'. "Utopie e piccole soddisfazioni" è stato quasi interamente registrato nella Taverna Agnostica (Povegliano - Treviso) e rappresenta un altro importante tassello del mosaico che i Bologna Violenta stanno intessendo ormai da diversi anni, un altro riuscitissimo lavoro il cui titolo ci ricorda che sì viviamo di utopie, come negarlo, ma che appunto sono le piccole soddisfazioni che ci consentono di andare avanti e renderci meno amara l'esistenza.