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23 Maggio 2024

Partinico Rose Undeclinable Ways

2024 - Earache Records
[Uscita: 18/05/2024]

È trascorso ormai un lustro dall’esordio dei ragusani Partinico Rose, con “Songs For Sad And Angry People”, recensito su queste pagine. Vede ora la luce per i tipi della prestigiosa etichetta inglese Earache (Napalm Death, Morbid Angel etc…) il secondo lavoro sulla lunga distanza della band composta da Vincenzo Cannizzo, chitarra e voce, Carlo Schembari, batteria, Massimo Russo, basso. Nella line-up figura, in qualità di turnista, così come nel primo disco, Martina Monaca al violoncello, in taluni brani. Certo, a differenza del precedente lavoro, dove ancora i suoni erano un po’ troppo derivativi, rievocando echi di band seminali nell’ambito del post-punk, gothic rock, soprattutto albionico, con questo “Undeclinable Ways” i Nostri si affrancano da tali stilemi, scrollandosi di dosso quella patina di ingenuità che ne connotava gli esordi, per attingere a un suono più maturo e consapevole, in una parola: più personale. L’impianto musicale, sin dall’incipit si caratterizza per un muro sonoro che affonda le radici in un rock granitico di elevato livello, molto rievocando linee compositive afferenti all’area di Seattle, assorbendone il canone e rimodulando il tutto in chiave peculiare. L’impressione che coglie l’ascoltatore è di un suono compatto e potente, senza crepe, nella declinazione di brani duri come frammenti di roccia, su cui la voce di Vincenzo rilascia come una sostanza acida e annichilente (Pitiful End, Prisoners, Crazy Shard, The Hard Competition, Rebuild), intervallati con giustezza da tasselli di rock melodico coi tratti tipici della ballad, e con l’impiego talora del violoncello, che vanno a stemperare la sequenza pietrosa dei segmenti più potenti, di questa sezione specifica dell’album fanno parte tracce quali Runaround, Pettiness, la title-track Undeclinable Ways, Unrequited Love e la superba, conclusiva Enter, forse l’episodio artisticamente più felice del disco. In definitiva, un lavoro di ottima fattura, con un suono maturo, affilato e lucido come una lama d’acciaio.

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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