Aether Trans-Neptunian Objects

Al di là degli orli percepiti del sistema solare, ben oltre le orbite di Nettuno. Nel silenzio siderale voci, codici e suoni in movimento alla ricerca di un’incerta, quanto insperata, ricezione. Preceduto nel mese di giugno dal singolo “Magrathea” è stato rilasciato “Trans-Neptunian Objects”, seconda prova discografica degli Aether, combo meneghino del quale, circa un anno fa, avevamo fatto la conoscenza attraverso l’interessante eponimo album d’esordio. Sospeso tra rarefatti scenari ambient, lisergiche elucubrazioni psichedeliche e derive di matrice jazz-rock, l’inedito progetto registrato in presa diretta assume, sin dalle prime note del fugace intro Sidus, i connotati ideali del soundtrack per una visionaria trasvolata cosmica. Il canovaccio narrativo palesa inconfutabilmente l’innata attrazione della band per la letteratura sci-fi (non casualmente alcuni dei titoli delle tracce in scaletta rimandano alle opere di Douglas Adams, autore tra le altre della celeberrima “Guida Galattica Per Gli Autostoppisti”) e per ciò che riguarda le esplorazioni spaziali in genere. È così che gli echi dilatati del synth e della sei corde, accompagnati all’essenzialità jazz di una affiatata sezione ritmica, generano moods meditativi ed elegiaci all’interno di una sequenza di istantanee sonore dal forte impatto emotivo. Dagli irregolari orditi di Ephemeris alle orbitali linee prog di Neptune, passando per le distorte lande di Pale Blue Dot, emerge nitida la pregevole tecnica esecutiva di un ensemble in risoluta crescita artistica che merita la dovuta attenzione da parte degli estimatori di genere. C’è musica buona al di là delle galassie.