Graham Coxon THE END OF THE FUCKING WORLD (Original Songs and Score)
[Uscita: 26/01/2018]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Un’altra avventura solista per Graham Coxon, chitarra e mente dei Blur insieme a Damon Albarn. Dopo le ben otto fortunate esperienze “in proprio” vissute tra la fine degli anni ’90 e i 2000 (l’ultimo lavoro, “A+E”, risale al 2012) Coxon si rimette in gioco esplorando il mondo delle colonne sonore, sfida che sugli artisti più eclettici e versatili esercita sempre un certo fascino. L’opera prescelta si chiama “The End Of The Fucking World”, una mini serie inglese scritta da Charlie Covell e basata su un'opera a fumetti di Charles S. Forsman, prodotta e distribuita da Netflix (anche in Italia). Lo sceneggiato tratta della fuga amorosa di due adolescenti; tema non particolarmente originale, ma che nell’opera riserva risvolti psicologici non scontati. Un’impresa che lo stesso Coxon ha ammesso di aver accolto con entusiasmo (insieme ad altri importanti artisti inglesi quali Buzzcocks e Fleetwood Mac, ma non solo).
Ne vengono fuori sedici tracce dalle più disparate influenze, a cominciare dalla ballata country-cantautorale dal marcato sapore Neil Young Walking All Day, mood che ritroviamo in The Beach, uno dei tanti momenti strumentali pensati per accompagnare le immagini in movimento della serie TV omonima. Il filone principale rimane l’acustico (Saturday Night, la bellissima In My Room che pare uscita dalla penna di Ray Davies, Roaming Star, It’s All Blue, She Left The Light On), ma Coxon non disdegna gradite incursioni nell’universo beat/britpop più acido che ha caratterizzato la sua carriera con i Blur: Lucifers Behind Me, Angry Me, On The Prowl, Bus Stop sono brani che fanno immediatamente correre la mente ai ruggenti anni ’90 di cui il duo Albarn-Coxon fu mirabile interprete.
Un interessantissimo tentativo che si conclude con la deliziosa ballata dai toni malinconici e darkeggianti There’s Something in the Way That You Cry. Accattivante, vario e profondo The End Of The Fucking World rispetto ad altri dischi che raccolgono colonne sonore per film o fiction ha l’insindacabile merito di avere una sua coerenza anche come opera musicale indipendente dalle immagini per cui è stata composta. L’ennesima riprova del talento di un artista che, come il buon vino, con gli anni matura e si affina.
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