New Zion Trio w. Cyro SUNSHINE SEAS
[Uscita: 29/04/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Se non riuscite a immaginare una musica in cui convivono felicemente le apparentemente incompatibili anime del jazz, del reggae, del dub, della musica chill out, dell’elettronica e addirittura di quella brasiliana e caraibica questo è l’album che fa per voi e che vi farà ricredere. Di Jamie Saft, incontenibile e talentuoso tastierista che qui si cimenta anche con chitarra e basso elettrico, abbiamo già parlato a proposito dello splendido “Pole axe” album di free jazz licenziato solo pochi mesi fa a nome Slobber Pup sempre per l’etichetta RareNoise Records, ricordiamo però le sue eclettiche collaborazioni a vario titolo con John Zorn, Beastie Boys, Bad Brains, Laurie Anderson, Masada, The Dreamers, Metallic Taste of Blood, Roswell Rudd, Wadada Leo Smith, Steve Swallow, B 52’s, Donovan e molti altri. In questo caso specifico però Saft propone il terzo album a nome New Zion Trio (i precedenti sono “Fight against Babylon” del 2011 e “Chaliwa” del 2013 pubblicati da Veal Records) coadiuvato dai fidi Craig Santiago alla batteria e percussioni e Brad Jones al contrabbasso con l’aggiunta del cantante e percussionista brasiliano Cyro Baptista (collaborazioni con Wynton Marsalis, Santana, Laurie Anderson, Brian Eno, David Byrne, Sting) (foto sotto a destra), la cui presenza determina la nuova denominazione dell’ensemble utilizzata per questo album. Ecco quindi che la miscela musicale di cui sopra trova la sua più felice espressione tra gentili tocchi di tastiere, echi, riverberi, frammenti vocali e ritmi in levare ripetuti e sospesi che tutti insieme appassionatamente riescono a ricreare un’atmosfera dilatata e a volte ovattata, piacevolmente onirica e psiconarcolettica.
Fermo restando che la componente dub è quella principale nella composizione dei brani, capita anche che Lamb’s Bread sia un pezzo prettamente jazz condotto da un superbo piano “liquido” e atmosferico, che ritroviamo anche in Brazilja. Sunshine Seas, che dà il titolo all’album è l’unica vera canzone, una deliziosa samba cantata da Vanessa Saft (moglie del barbuto tastierista) che potrebbe far godere anche i fan di certi Everything But The Girl, Ranking invece si colora di elettronica col synth solista di Jamie Saft che imita la jew’s harp (il nostro scacciapensieri, o marranzano in siciliano). Ancora spruzzata di elettronica è la dubbata Onda, mentre Chalice Pipe è un altro magnifico esempio di samba/jazz sbocciato in un giardino delle delizie coltivato in Brasile.
Se non fosse un paragone veramente troppo azzardato si potrebbe affermare che nei brani più reggae/dub il New Zion Trio mette in atto quell’operazione che nell’ambito del rock psichedelico hanno compiuto gli Ozric Tentacles, cioè quel senso di sospensione psicolettica ed espansa che i ritmi reiterati e riverberati del dub riescono a generare con piacevole leggerezza suscitando nell’ascoltatore una sensazione di onirico straniamento.
Sunshine Seas è un album che se a un semplice sentire sottofondista si presta a un’interpretazione di assoluta gradevolezza, a un ascolto più attento e approfondito rivela tutte le sfaccettature di un prodotto compiuto e di notevole interesse.
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