Gianni Venturi Socrate È Morto
[Uscita: 11/03/2021]
Chi ha seguito l’itinerario creativo di Gianni Venturi, diviso fra musica e poesia, sa che ogni sua opera ha il pregio di non lasciare indifferenti, anzi ti aggredisce, graffia, scortica le tue certezze e ti mette di fronte a una visione del mondo che ha la cifra della rabbia e della disperazione. Come lui stesso ha scritto nel suo sito. «Non c’è talento in quello che faccio, ma disperazione cupa, e a volte estremo masochismo». Ora tralasciando il suo giudizio sulla mancanza di talento, che si può accettare soltanto se si intende che la sua arte non è tanto frutto di talento naturale, quanto della dura fatica del lavoratore, dell’artigiano, non si può che concordare sulla disperazione cupa che promana dalla sua opera, “Socrate È Morto”, un’altra volta nei nostri ultimi anni, quando non è più lecito dubitare, quando le verità di regime sono assolute come dogmi, e allora il mondo appare come «una fanghiglia puzzolente» dalla quale è difficile salvarsi. Indubbiamente il disco è influenzato dalle ultime allucinanti vicende legate al COVID e all’imposizione di regole restrittive delle più elementari libertà. Per esprimere il suo dissenso dalla logica dominante Venturi ha scelto di realizzare un album per sola voce, con effetti elettronici e filtraggi, il risultato è un disco di spoken word nel quale la voce drammatica, angosciante di Venturi sembra voler uscire prepotentemente dagli altoparlanti, esplodere dopo un periodo di oppressivo silenzio per urlare al mondo la sua disperazione e il suo no al conformismo dominante. Ci sono dei versi che ben rendono conto del modo in cui Venturi vede oggi il cantare, il fare poesia,: «Questo è l’impero del niente / che spegne la mente / Nient’altro da poetare / se non un tenue, disperato, continuo naufragare». Testi ricchi di immagini graffianti e di forte impatto, aspri nel disegnare una realtà che è già ora distopica, si ascolti a proposito il brano Paese Che Crolla. La declamazione si accompagna a basi elettroniche che oscillano dall’ambient occulto e dark, all’industrial, ai drone martellanti e ipnotici, ma non mancano riferimenti etnici come nell’evocativa Il Demone Dalle Ossa Rotte. “Socrate È Morto” è un disco che non ha paura di sperimentare, di intraprendere strade rischiose, continua l’esplorazione sulle potenzialità espressive della voce già iniziata in precedenti progetti come L’Altare Thotemico o il recente "Qohelet "realizzato con Alessandro Seravalle, da noi recensito. C’è bisogno oggi dell’arte aggressiva, cruda, spietata di artisti non riconciliati come Gianni Venturi.
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