Sunn O))) Pyroclasts
[Uscita: 25/10/2019]
Il nuovo album dei Sunn O))) è stato annunciato in concomitanza con l'uscita di "Life Metal" (26 aprile 2019), in qualche modo da considerarsi come propagazione dello stesso progetto e delle stesse sedute di registrazione avvenute con la supervisione di Steve Albini. Tuttavia, il nuovo lavoro condivide con il precedente solo la location degli Electrical Audio Studios del leader degli Shellac, il numero delle tracce, l'uso rigoroso dell'analogico con nastri magnetici da due pollici e la stessa masterizzazione in AAA, oltre alle bellissime cover di Samantha Keely Smith che ritraggono ideali cieli interiori dai colori irreali e dalle eteree sfumature fiabesche. Ma se il primo tradiva un indugio verso un drone scintillante, ancora fedele alla svolta aerea di "Monoliths & Dimensions" che trascolorava il doom claustrofobico, denso e scurissimo dei primi lavori, qui si arriva a un drone modale incompromissorio. L'esoterismo e l'oriente ascetico sono vicini solo nella misura in cui si compie un viaggio interiore nel suono puro o, meglio, nella pasta sonora informe per testarne la propagazione di ogni singola frazione tonale, così come la materia incandescente e il respiro tellurico di un suono abrasivo, grezzo, potente e monolitico. L'album è costituito da quattro tracce, da considerare come quattro esperimenti sonori che esasperano e stressano le vibrazioni monocolore esaltandone le microvariazioni infinitesimali che si stratificano. Si parte su un timbro improvvisato e si lavora sul mantenimento, sulla staticità ridondante e percussiva del drone: tutto è fuso e indistinto, non si percepiscono i singoli strumenti il fascio emissivo e la sua prorompente forza. Pochissimi gli intermezzi e i disturbi, inesistenti i giochi di sovrapposizione appena percepibili in Ampliphaedies (E). Solo quello che serve a captare l'energia propulsiva di un suono, materia che tenta di sovrastare lo spazio tempo. La cosa più prossima all'iperbole espressiva di muro di suono. L'estremismo del duo di Seattle si incontra con la diabolica mente dell'ingegnere di Pasadena che il suono lo ha seviziato in tutti i modi possibili. Ne esce una nebulosa inestricabile, un sedimento irrigidito e insondabile concepito per opporsi ad ogni regola di consunzione . E pensare che si parlava di svolta evanescente nella concezione estetica di Stephen O’Malley e Greg Anderson, qui accompagnati da Tim Midyett, T.O.S., e dalla violoncellista islandese Hildur Guðnadóttir, che vanta collaborazioni con Pan Sonic, Múm e Throbbing Gristle. E pensare che queste tracce si palesavano come sedute di pausa contemplativa e meditativa durante le fasi di lavorazione di "Life Metal". Un esempio classico di rilassamento zen ed estasi trascendentale che sfida anche la resistenza uditiva del più perverso estimatore del rumore declinato in tutte le sue più irriverenti frequenze. Un lavoro per autentici coraggiosi o per sedute di masochistico autoflagello. Musica che è mistica del nero, dove il pieno assoluto diventa vuoto e vacuità di perdizione senza ritorno. E non dite che non vi avevamo avvertito!
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