Damien Jurado - Richard Swift OTHER PEOPLE’S SONGS VOL 1
[Uscita: 02/12/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Conclusa ormai la trilogia che li ha visti impegnati nella realizzazione di tre splendidi album come “Maraqopa”, “Brothers and Sisters of the Eternal Son” e “Visions of Us on the Land”, che sono valsi a Damien Jurado un posto a tempo indeterminato nell’olimpo degli autori contemporanei e a Richard Swift la possibilità di affermarsi come produttore, i due decidono di mettere sul mercato un disco fatto di canzoni altrui. Il tutto nasce intorno al 2010, quando da poco sono terminate le registrazioni di “Saint Bartlett”, il primo album di un lungo sodalizio. Le intenzioni iniziali parlano di un disco che avrebbe di lì a poco avuto un seguito. Non sarà così, purtroppo. Tra l’altro il lavoro uscirà in download gratuito.
Ma i link saranno successivamente eliminati e solo nel 2015 il disco inizierà nuovamente a girare. Ora arriva finalmente la pubblicazione ufficiale. Nell’estate del 2010 (dicevamo) Damien Jurado (a sinistra nella foto qui sotto) e Richard Swift (a destra), muniti di un registratore a 4 tracce e un microfono a nastro, si chiudono negli studi National Freedom, in Oregon, e in pochi giorni costruiscono una raccolta di canzoni andando a pescare nei repertori più disparati, dagli Yes a John Denver, dai Kraftwerk a Bill Fay. Ed è proprio con Be Not So Fearful di quest’ultimo che si apre il disco. C’è Jurado alla voce, ma quella che ci troviamo davanti è una versione spiazzante, suonata quasi al rallentatore, con colpi asciutti di batteria e cori spettrali su uno sfondo lunare. Richard Swift passa al microfono e intona Hello Sunshine dei Relatively Clean Rivers, con una chitarra appena accennata, Jurado relegato al ruolo di seconda voce. Il viaggio a ritroso continua con i due perfettamente a loro agio. Le coordinate sono ormai chiare, e quella che segue è una sequenza di brani in cui la versatilità dei due autori si tramuta in una sorta di viaggio corale nel passato.
Un disco liquido, onirico, con una formula precisa che non lascia di certo indifferenti. Voci in riverbero e una strumentazione quasi sempre in dissolvenza. Il tutto immerso in uno scenario a gravità zero e profondamente psichedelico. Brani come Follow Me e Radioactivity sono estasianti balzi spazio-temporali, mentre Crazy Like A Fox e If The Sun Stopped Shining sono di una bellezza abbagliante. La regola dell’alternanza funziona, come pure quella di bagnare l’intero lavoro di un lo-fi carico di nostalgia. Un disco equilibrato, fragile ed essenziale.
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