MONO NOWHERE NOW HERE
[Uscita: 25/01/2019]
Giappone #consigliatodadistorsioni
I giapponesi MONO, attivi dal 1999, presentano il decimo album in occasione del loro ventesimo anniversario. Prodotto a Chicago sotto l’ala protettiva dell’amico di vecchia data Steve Albini, firmato Pelagic Records, “Nowhere Now Here” è un album maturo, funereo, che accosta arrangiamenti ‘classici’ e orchestrali a chitarre distorte in stile shoegaze, oltre che a sinistri organi in piena tradizione horror. L’opera è un continuum di atmosfere epiche e funeste, come un colossal ambientato nel tetro Medioevo. Maestri nel trascendere i generi i MONO alternano la ritmica ripetitiva e claustrofobica di After You Comes The Flood a momenti eterei e atmosferici (la delicata Breathe, dominata dalla voce angelica e sussurrata della bassista Tamaki Kunishi, l’unica a cantare nell’album). Molti i rimandi alla band post-rock per antonomasia, i Mogwai, che si riescono a scorgere soprattutto nelle strutture chiare, pulite e quasi dogmatiche della lunga title-track Nowhere Now Here e di Sorrow. Ma cenni anche ai Gospeed You Black Emperor! meno ruvidi, ai Sigur Rós meno sognanti, e al sound aureo dei Dead Can Dance. “Nowhere Now Here” è un viaggio onirico e a tratti surreale, ricco di una magnificenza sopra le righe e di bellezza tenebrosa, nel pieno stile della band di Tokyo. È un album grintoso e pragmatico, che conduce nella profonda intimità dell’anima, orfano solo di un film cui fare da sfondo.
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