Arthur Brown Long Long Road
[Uscita: 24/06/2022]
Appena compiuti gli Ottanta anni Arthur Brown pubblica un nuovo lavoro, per i pochi che non lo conoscessero Brown è stato uno degli artisti più geniali e folli apparsi sulle scene a partire dagli anni Sessanta, il suo singolo “Fire” fu uno straordinario successo mondiale, i suoi album incisi come The Crazy World Of Arthur Brown e Kingdom Come. Come hanno profondamente influenzato la scena metal e hardrock e gli sono valsi il titolo di God of Hellfire. I suoi show erano vulcanici e torrenziali, amava presentarsi con sgargianti tuniche da sacerdote demoniaco e con un elmo con un fuoco acceso, spesso si dava a eccessi clamorosi, come accadde nel 1970 al Palermo Pop Festival quando pensò bene di calarsi le braghe e mostrarsi nudo finendo così arrestato dalla solerte forza pubblica, ne fui testimone oculare. Eppure malgrado i suoi eccessi e una personalità vulcanica e provocatoria, il Nostro per fortuna è sempre sulla scena e pubblica un album di nove tracce significativamente intitolato “Long Long Road”. E in effetti si tratta di una strada lunga ben più di mezzo secolo, ma durante la quale il nostro Arthur Brown non ha mai deviato da una lunga strada fatta di rock’n’roll e stravaganza, per inciso ricordiamo che è stato il primo a dipingersi la faccia e ad aprire così la strada a gente come Alice Cooper e i Kiss, ma anche Peter Gabriel o i nostri Osanna, del resto hard rock e prog dalle tinte dark sono stati il suo pane quotidiano. Ecco, in qualche modo con questo album Brown fa una sorta di summa della sua vita artistica, che certo ha già dato tutto, ma è ancora in grado di sfornare album ben fatti e ispirati. I testi contengono riflessioni personali, per esempio sul passare del tempo, ma sono anche ironici, come in “Coffin Confession”. Ma anche le canzoni toccano un po’ tutti i generi che Brown ha percorso nella sua lunga carriere. Gas Tank e Going Down imbandiscono un eccellente prog-metal con flauti e sax che si prendono la scena. Il singolo I Like Games è un sentito blues, la musica da cui tutto è partito, la musica del diavolo, per slide, chitarra e armonica, cantato con l’anima e con grinta così come The Blues And Messing Round, odora di sudore r’n’r Shining Brightness, qui vibrafono e organo dimostrano quanto accurati e variegati siano gli arrangiamenti, la title-track è una malinconica ballata. Ma l’autentica perla è Once I Had Illusions (Part 1), solo chitarra e piano ricamano un brano in crescendo in cui la meravigliosa voce di Brown dallo stile teatrale è così accorata e convincente che sembra farti partecipare a un’intensa confessione, il brano ha una Part 2 di altri sei minuti, un rock-blues dalle tinte lisergiche. In genere diffidiamo di questi ritorni, ma stavolta siamo rimasti sorpresi dalla qualità e dall’intensità emotiva di “Long Long Road”. Satanico vecchiaccio, che la tua strada possa continuare ancora lungo a ricordarci che 'rock’n’roll never die', almeno finché c’è gente come te!
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