Mogwai KIN (Original Motion Picture Soundtrack)
[Uscita: 31/08/2018]
Scozia #consigliatodadistorsioni
Non è la prima volta che i valorosi Mogwai, band scozzese di rock d’avanguardia capitanata dal prode Stuart Braithwaite, chitarrista e polistrumentista geniale, si cimentano nella composizione di colonne sonore (“Zidane: A 21th Century Portrait”; “Les Revenants”, inquietante e bellissima serie televisiva di matrice horror, per la televisione francese, ad esempio). Lo stigma artistico-musicale dei Nostri rileva in maniera inconfondibile in qualsiasi campo essi sperimentino. Taluni dei capolavori dell’avant-rock degli ultimi lustri ne sono palese testimonianza, a partire proprio da “Rock Action” del 2001, fino a giungere al bellissimo “Every Country’s Sun” del 2017, giusto per citare qualche episodio soltanto della loro preziosa discografia.
Braithwaite poi ha altresì partecipato da protagonista al progetto Minor Victories, che ha prodotto due lavori di notevole livello. Per ammissione dello stesso leader la presente colonna sonora dell’omonimo film di fantascienza di Josh e Jonathan Baker, interpretato tra gli altri da attori del calibro di Dennis Quaid e James Franco, dove si narrano le vicende di un ragazzo che si trova a dover difendere il padre e il fratello maggiore da pericolosi criminali entro una società distopica disumanizzata, in un futuro imprecisato, è una delle opere migliori realizzate dalla band scozzese.
A parere di chi scrive, sembra un’affermazione non del tutto condivisibile alla luce della loro prodigiosa produzione: benché la musica mostri talora notevoli punte di bellezza, vi serpeggia tra i solchi una qual certa frammentazione, se non una vera e propria eterogeneità di fondo. Episodi sonori quali l’iniziale Eli’s Theme, con un tappeto di note pianistiche che si dispiega quietamente su atmosfere sognanti, o l’impianto più scopertamente sperimentale di Scrap, misto di ambient e post-rock, rendono già il senso dell’opera.
Il fondo industrial del frammento successivo, Flee, dona un tocco di oscurità all’insieme, mentre un velario funebre discende sulle trame di Funeral Pyre. Donuts, invece, rappresenta uno dei frammenti di maggior pregnanza dell’intero album, ricco di sfumature avanguardistiche e atmosfere oniriche. Altre schegge sonore degne della loro miglior produzione paiono la title-track Kin, cavalcata ambient di oltre sette minuti e la conclusiva We Are Not Done (End Title), unica traccia cantata dell’intera opera, post-rock di gran lignaggio e nella più peculiare e sfolgorante linea artistica dei Nostri. In definitiva, comunque, un album di notevole architettura.
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