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7 Settembre 2012 , ,

Nick Cave /Warren Ellis/The Bootleggers JOHN HILLCOAT “LAWLESS” SOUNDTRACK

2012 - Sony Classical
[Uscita: 07/09/2012]

nick cave lawless# Vivamente consigliato da DISTORSIONI

 

 LAWLESS: il film

Una vero graditissimo fulmine a ciel sereno questa nuova colonna sonora scritta da Nick Cave per il film “Lawless” del suo ormai fedelissimo sodale, il regista australiano John Hillcoat; naturalmente al suo fianco c’è l’apocalittico violinista Warren Ellis, un vero patto di sangue artistico il loro: mandati in pensione i Grinderman – almeno per il momento – i due continuano perentoriamente e proficuamente dalla metà prima decade dei 2000 a tappezzar pellicole  - soprattutto quelle del connazionale Hillcoat  - di ispiratissima musica (soprattutto) strumentale dai profondi climax interiori. Dopo “The Proposition” (2005) e “The Road” (2009), questa volta Cave ha scritto anche la sceneggiatura di “Lawless”, un ennesimo film su crimine e violenza, temi prediletti suoi e di Hillcoat, ambientato nell’era del proibizionismo e del commercio clandestino di alcolici nella Virginia (USA) dei primi decenni del ‘900. 

 

Cave ha ricavato la sceneggiatura dalla novella di Matt Bondurant 'The Wettest County In The World'. Il film è stato presentato in Maggio 2012 al Festival del cinema di Cannes:  chi l’avrebbe mai detto  che l’australiano più tossico trapiantato a Berlino tanto tempo fa  avrebbe un giorno sfilato sul red carpet insieme a Guy Pearce, Gary Oldman, Tom Hardy, Jason Clarke, Mia Wasikowska, Dane DeHaan, Jessica Chastain e Shia LaBeouf, gli attori protagonisti di Lawless. Ma l’empatia tra le tematiche proibizionistiche di Lawless, il suo remoto passato maledetto di heavy drugs dipendente, ed i tempi che viviamo esplode nelle sue parole, che non lasciano adito ad equivoci:  <<Per me, personalmente, questa disastrosa guerra alle droghe è solo un incredibile spreco di denaro. Il 7% dei criminali in galera lo sono per reati correlati alle droghe. A me sembra che il proibizionismo ancora esista ed ancora non funzioni.

 

hillcoat-caveFarei uscire quelle persone di galera, spenderei quei soldi in maniera più giudiziosa, e legalizzerei tutte le droghe, l’intero pacchetto, ma questo è un gran problema e non ha nulla a che fare con tutto ciò.>>. Incalzato, Cave specifica che si riferisce anche a cocaina ed eroina. E continua Hillcoat: <<I paralleli tra ieri ed oggi sono tanti, la crisi economica, la crisi politica, la guerra alle droghe>>. Parole sante, lasciatemelo dire, quelle del regista, ‘forti’ le affermazioni senza peli sulla lingua di Nick, inevitabilmente destinate a dividere con violenza l’opinione pubblica, soprattutto in un paese bigotto ed arretrato come l’Italia: una pellicola Lawless di scottante attualità, assolutamente imperdibile, come tutte quelle del regista australiano.

 

 

LAWLESS: la Soundtrack

 

Ma veniamo alla soundtrack: dell’empatia delle tematiche del film con i giorni nostri è pervasa anche la colonna sonora, eseguita da un incredibile combo country-bluegrass, The Bootleggers, nel quale Cave ed Ellis hanno voluto con sè Martyn P. Casey, George Vajestica e David Sard. Il concetto di fondo della singolare operazione dei due è quella di rivisitare in chiave ‘campagnola’, o da fienile se preferite, con discreti inserti elettronici ed un parterre di leggendari ospiti d’onore, alcune significative rock songs del ventesimo secolo, calandole in una indefinita, agreste cornice temporale: avreste mai immaginato laneganche la velvetiana drug-addicted  White Light White Heat  potesse essere cantata da un decano 85enne – Ralph Stanley – di bluegrass suonatore di banjo in perfetta solitudine?

 

A fianco di questo  felicissimo paradosso (ascoltare per credere) pare quasi normale un altro (ex?) tossico, Mark Lanegan che mi rende felice  - come un bimbo cui il papà ha comprato alle giostre lo zucchero filato – coverizzando sapidamente con i Bootleggers (mandolino e violino sugli scudi)  tra i covoni di grano di una fattoria americana d’inizio novecento, lo stesso Lou Reed d’antan. In questo coinvolgente ed inedito gioco di specchi è coinvolto anche l’indimenticabile Capitano cuore-di-bue, il cui altrettanto (musicalmente) tossico boogie Sure ‘Nuff Yes I Do (era su “Safe  As Mik”, 1967) si ritrova disotterrato, sempre in tandem, dal vegliardo – ma che voce! – Ralph Stanley  e dal mio amatissimo Lanegan, decisamente  (Mark) sulla stessa latitudine della sbuffante original version. I due si rimpallano anche un’epica Fire and Brimstone (Link Wray), grandissimo spiritual quella dell’ex Screaming Trees, commovente la ninna nanna del vecchietto Ralph.

 

La vera reginetta country di questa colonna sonora è la 65enne Emmylou Harris, che sfodera  una voce ancora – non si sa come – limpida come i colori di un’aurora: stupende e chiaroscurali Aim Towards The Sky, inaspettata cover dei Grandaddy, e Snake Song (di Townes Van Zandt) ma a colpire al cuore è soprattutto la leggiadra Cosmonaut, checave-ellis-lawless riesce – ardua impresa di questi tempi – a riconciliare l’ascoltatore con se stesso. L’inconfondibile, inquieta, martellante voce di Cave si può ascoltare solo nel sermone Burnin’ In Hell, le diaboliche corde oblique di Warren Ellis sono in evidenza in End Crawl e Fire In The Blood.  Ciliegina sulla torta – bonus track – Midnight Run,  pimpante inedita song  country & western di un altro decano che non ci pensa minimamente a tirar le cuoia,  Willie Nelson. In definitiva, una colonna sonora che ha una sua inequivocabile ragione di essere, a prescindere dal film, che sa avvincere e far battere il cuore: aspettando di vedere (se vedremo) Lawless dalle nostre parti!

Pasquale Wally Boffoli

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