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23 Luglio 2017

Broken Social Scene HUG OF THUNDER

2017 - Arts & Crafts Productions
[Uscita: 07/07/2017]

Canada   #consigliatodadistorsioni     

 

hugofthunderDopo sette lunghi anni di silenzio, tornano sugli scaffali dei negozi di dischi i Broken Social Scene, band che si contende con gli Arcade Fire la palma di portavoce dell’indie-pop canadese. Ciò che immediatamente attira l’attenzione del nuovo “Hug of Thunder” è la svolta stilistico-compositiva che i Broken Social Scene hanno voluto imprimere alla loro musica. Una scelta che, dal 2010 a oggi, ha avuto tutto il tempo di covare, maturare e prendere forma in un’architettura del suono che ha quasi del tutto messo da parte la verve elettronica di buona parte dei precedenti quattro full-lenght, in favore del ritorno a una dimensione epic-pop che colora tutto il nuovo disco delle sensazioni profonde generate dalle atmosfere semi-acustiche che lo pervadono. L’input che si muove come un fiume carsico lungo tutto le 12 tracce del disco è il desiderio di reazione, la voglia di riprodurre con i suoni l’angoscia che tiene prigioniero il nostro tempo per trovare una risposta (o almeno provarci) alle storture del giorno d’oggi. Non è un caso che i BSS abbiano di recente suonato insieme a Johnny Marr a Manchester, all’indomani dei terribili attentati che hanno bagnato di sangue la Gran Bretagna, in una performance carica di significato ed emotività. Quella con Marr è, tuttavia, solo una delle tante collaborazioni che i BSS si sono auto-imposti come condizione per il loro ritorno discografico: a Hug of Thunder, infatti, hanno partecipato grossi nomi della pop music canadese contemporanea come Leslie FeistEmily Haines e James Shaw (Metric), Amy Millan e Evan Cranley (Stars).

 

bssOgnuno di loro ha aggiunto qualcosa di personale al disco, che nel complesso suona come un viaggio introspettivo alla scoperta delle nostre fragilità più intime, una sorta di psicoanalisi collettiva. I toni impressi dalla band di Toronto spaziano, come l’ossimorica immagine dell’abbraccio del tuono suggerisce fin dal titolo del disco, tra isteria (Halfway Home) e dolce malinconia scandita da delicati riff di chitarra (Protest Song, Skyline, Please Take Me With You), tra naturalismo psicologico (Hug of Thunder, Towers and Masons) ed epici episodi orchestrali e corali (Victim Lover, Stay Happy, Mouth Guard of the Apocalypse).

bss2In questo contesto, anche le rare concessioni elettroniche (Vanity Pail Kids, Gonna Get Better) assumono la sagoma di strumenti utili a segnare i contorni dell’inquietudine che anima tutto il disco, perfettamente immortalata dall’alternarsi di voce maschile e femminile. Quello dei BSS, dunque, è un ritorno in grande stile, che finalmente traccia una netta separazione dal pop-rock dei connazionali Arcade Fire in favore di una maturazione artistica e intellettuale che consegna al panorama musicale internazionale un gruppo indie rock colto, raffinato e intelligente, con un curriculum finalmente in grado di far apprezzare al mondo questa band in tutta la sua sincerità. 

 

Voto: 7,5/10
Riccardo Resta

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