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28 Gennaio 2013 ,

Pissed Jeans HONEYS

2013 - Sub Pop! - Kizmaiaz
[Uscita: 12/02/2013]

pissedjeansQuarto album per i terribili quattro Pissed Jeans, originari di Allentown, Pennsylvania. Accasatisi ormai con una delle più gloriose etichette indie americane, la Sub Pop! sin dal loro secondo full-lenght, "Hope For Men" (2007) - dopo il primo "Shallow"  (2005, Parts Unknown Records) - per la titolata label che tanta parte ha avuto nella storia del rock a stelle e strisce fanno uscire anche "Kings of Jeans" nel 2009 così come questo nuovo "Honeys" quattro anni dopo. Fa un pò meraviglia leggere - ad un primo approccio con Honeys - nella biografia dei Pissed Jeans che nonostante siano diventati, dopo quattro dischi, delle icone dell'attuale scena noise-hardcore punk USA, Matt Korvette (lead vocal) e compagni abbiano conservato e svolgano quotidianamente i loro rispettivi lavori al di fuori della scena musicale; ma poi fai mente locale: la storia del rock ci insegna che da quelle parti per i musicisti ed artisti è sempre stato un fatto normale, a differenza dell'Italia dove invece è ipocritamente, aristocraticamente sinonimo di non professionismo. 

 

Probabilmente sono proprie le frustrazioni e la depressione derivanti dalla monotona ripetitività di un lavoro oscuro e castrante ad essere tra i carburanti più potenti di unapissedmatt fragorosa esplosione sonica (Chain Worker). Può essere una possibile, di certo personalistica, forse per alcuni arbitraria, semplicistica e gratuita, chiave di lettura (di certo solo una delle probabili) di quel suono assolutamente devastante ed estremo che, a distanza di quasi dieci anni dal loro debutto, i Pissed Jeans continuano a spararci nelle sinapsi, a produrre anche in Honeys in studio, ed a scaraventare violentemente sui palchi. I suoi dodici brani sono, esattamente come nei tre precedenti dischi, espressione di un magmatico, incompromissorio, brutale crossover di assalti noise, furia hardcore punk, scosso dai vocalismi esasperati e scomposti di Matt Korvette (Romanticize Me, Vain in Costume, Chain Worker), apparentato decisamente al sulfureo David Yow & The Jesus Lizard, e dall'eclettico stravolto chitarrismo di Bradley Fry (Bathroom Laughter, You're Different in Person, Male Gaze).

 

Solo i tre minuti e mezzo di Cafeteria Food spingono un pò sul pedale del freno, approntando un'inaspettata tetra estetica dark, cartina al tornasole dell'eclettismo della band. Cathouse e Loubs rispettano copioni già noti, ma non per questo meno inquietanti dopo il trattamento al cianuro di Pissed Jeans. Il resto è pura, lucida, incontrollata pazzia, pjeansscardinamento dei codici hardcore e dei parametri ritmici, marcia accelerata di un 'qualcosa' work in progress cui i quattro musicisti, ad ogni nuovo disco, incutono una violenta spinta in avanti, verso un 'dove' indefinito che loro stessi ignorano. Se non l'avete ancora capito, Pissed Jeans si affiancano (e ne continuano la sordida opera) a buon diritto alle noise bands americane più bastarde e sconvolgenti delle ultime tre decadi, scomparse o ancora in attività: Jesus Lizard, Scratch Acid, i redivivi Chrome Cranks, New Bomb Turks, gli inaffondabili Cheater Slicks, Oblivians. Una volta dentro però, mani e piedi, questo disperato e disperante inferno sonico, non possono non riecheggiare nell'acufene galoppante anche i Black Flag di Henry Rollins.

 

Accostatevi a questo disco solo se siete disposti a fronteggiare una tempesta sonica nichilista e spaccaorecchie che sarebbe però non corretto ed obiettivo definire 'senza precedenti'. Di precedenti ce ne sono ed anche abbondanti, l'ho evidenziato in giallo qualche riga più su; semplicemente fa bene al cuore prendere atto che nello sterminato panorama rock del paese di Obama esistono ancora nel 2013 dei Korvette, Fry, Huth, McGuiness che combattono l'orrido mainstream sistematicamente, furiosamente, con pissed jeansl'orgoglio e la determinazione di quattro 'Braveheart' senza macchia. Pissed Jeans sono un antidoto potente con la loro estetica 'rovinosa' e distruttiva, priva di alcun fastidioso effetto collaterale, ai troppi dischi anonimi, sbiaditi, privi di spina dorsale, che per lavoro o qualsiasi altro motivo si ascoltano ogni giorno. Per una disintossicazione davvero efficace dovrebbe uscire un Honeys ogni mese.

 

Voto: 8/10
Pasquale Wally Boffoli

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