The Pop Group HONEYMOON ON MARS
[Uscita: 28/10/2016]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Nati nel 1977 a Bristol, Inghilterra occidentale, in piena era punk, la storia del Pop Group è quella di una band che ha conosciuto due vite. Nella prima, i fondatori Mark Stewart (voce), John Waddington (chitarra), Gareth Sager (chitarra), Simon Underwood (basso) e Bruce Smith (batteria e percussioni), all'epoca ragazzini, cercavano di coniugare influssi provenienti da generi musicali diversi e testi politici radicali attraverso l'energia del punk. Il quintetto, pur mettendo a segno alcuni successi significativi, come "We Are All Prostitutes", pubblicato nel 1979 per la Rough Trade, rimase ben presto disilluso dall'ipocrisia e dal conservatorismo della scena musicale inglese. Dopo la pubblicazione del loro secondo album, "For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder?", nel lontano 1980, ed una esibizione nello spazio londinese di Trafalgar Square dinanzi a quasi mezzo milione di persone, in occasione di una grande manifestazione per il disarmo nucleare, i Pop Group si sciolsero per divergenze interne, perseguendo progetti personali di altro tipo. E per trent'anni non se n'era più sentito parlare. Improvvisamente, nel 2010, tre dei componenti originali hanno ripreso a suonare ed andare in tour insieme; ma si è dovuto attendere ancora cinque anni prima che il loro nuovo album, "Citizen Zombie" -il primo in 35 anni- vedesse finalmente la luce per la nuova etichetta, Freaks R Us. A distanza di un anno, esce questo "Honeymoon On Mars", dieci brani eclettici, forse un po' confusi ed arrangiati tra il serio ed il faceto.
I tre membri superstiti Mark, Bruce e Gareth, cui si è aggiunto il chitarrista Dan Catsis, già con la punk band Glaxo Babies, mescolano percussioni elettroniche, brani campionati e tastiere industrial-dance a chitarre punk-rock distorte e parti vocali energiche e persino brutali, in un sound tirato ed a tratti volutamente angosciante, cui spesso si associano interventi parlati e recitati. I testi, come di consueto, densi di significato politico, parlano di realtà distopiche e di scenari apocalittici in futuri non lontani. Il risultato è un disco eterogeneo, difficile da ascoltare, ma non per questo privo di un certo fascino sperimentale. C'è più passione e ricerca nella musica di questi signori ormai quasi sessantenni che in una buona metà delle band nate oggi. Tuttavia, l'impressione che si ricava è che i Pop Group abbiano un po' affrettato i tempi e che l'album avrebbe beneficiato di un lavoro finale di rifinitura un po' più lungo. Tra i brani nel disco, si segnalano Burn Your Flag, War Inc. e il singolo che ha anticipato di qualche settimana l'uscita del disco, Zipperface. Per chiunque volesse vedere dal vivo questa storica band -le cui esibizioni live non sono da meno dei dischi in studio, quanto ad energia- i Pop Group saranno in tournée in Italia all’inizio del prossimo anno. Trovate tutti i dettagli sul loro sito ufficiale, di cui si fornisce il link qui sotto.
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