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22 Aprile 2025 , ,

Putan Club Filles D’Octobre

2025 - Toten Schwan Records
[Uscita: 03/03/2025]

Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l’idea del suicidio mi sarei ucciso da sempre.” (Emil Cioran)

Ritualità, contatto, energia, disordine. Difficile riassumere in pochi termini ciò che riesce a sprigionare emozionalmente un’esibizione dei Putan Club. L’anticonformista duo composto dalla bassista salentina Gianna Greco e dal chitarrista francese (nato per caso a Saigon) François Cambuzat nel corso delle proprie performance riesce con successo a trascinare i (non pochi) estimatori presenti in un vero tourbillon impulsivo, in un’anarchica ‘ammucchiata’ all’interno della quale i ruoli di attore e spettatore vengono imprevedibilmente e soventemente sovvertiti. Esperienza unica, impetuosamente sanguigna, dannatamente indelebile nella memoria di chi ha il privilegio di poterla consumare. Refrattari al recorded music business, svincolati da agenzie e promoters, i Putan Club appaiono un’entità votata al perpetuo movimento, capace di macinare migliaia chilometri in giro per il mondo e sostenere un qualcosa come centocinquanta serate all’anno. È il primordiale impeto sovversivo, la rabbiosa volontà di urlare in faccia ai diktat di un sistema al collasso ad agitare le sperimentali elucubrazioni sonore di Gianna e François, vere e proprie micce incendiarie nel bailamme di dissonanti cerimoniali. “Filles D’Octobre”, distribuito dal collettivo di controcultura Toten Schwan Records, è la violenta istantanea scattata l’estate scorsa nel corso della rassegna avant-rock Amplifest di Porto. Un reportage sonoro lungo novanta minuti nel bel mezzo del quale si intrecciano schegge industrial, oscure immersioni techno e ossessionanti diagonali post-punk. Una scaletta di undici tracce, una sovversiva corsa senza respiro, nella quale le tribali viscere delle linee di basso si insinuano in elettronici corridoi distorti spazzando via qualsiasi forma di cliché sonoro convenzionale ed alimentando danze liberatorie. Per una sintomatica impressione si presti particolare attenzione a passaggi quali Kancer, Galoo Sahara Laleet El Aeed, Arrah Arrah e Filippino. Poco importa se, per intrinseca vocazione, il progetto imponga coinvolgimento fisico e collettiva partecipazione; l’ascolto del disco (rilasciato, in edizione limitata, anche in 3000 copie nella versione Cd) si rivela la irrinunciabile occasione per riassaporare le scorribande di quella che appare una delle realtà decisamente più atipiche del palinsesto underground internazionale. Un estremo esempio di impavida resistenza alla catalogazione dei nostri apatici tempi.

Voto: 7.5/10
Alessandro Freschi

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