Stone Foundation EVERYBODY, ANYONE
[Uscita: 24/08/2018]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Accolti sotto l’ala protettrice di Paul Weller, per gli Stone Foundation è iniziata una nuova carriera, un’accelerata decisiva nel sound e nell’attitudine di questo quintetto che fino a non molto tempo fa fluttuava sullo sfondo delle scene britanniche. Due dischi in due anni sono il frutto di una collaborazione proficua e interessantissima, confermata nel disco targato 2018, “Everybody, Anyone” (il quinto in studio), che arriva a un anno dalla pubblicazione di “Street Rituals”, il primo lavoro con Weller in cabina di regia. Questa volta, il Modfather abbandona il ruolo di produttore com’era stato per il precedente disco, mantenendo però l’aura di “deus ex machina” e ispiratore dell’intera opera. La mano dell’ex Jam, che ha registrato diverse parti di chitarra e i cori, si nota e come: il sound maturo e corposo della band capitanata da Neil Jones e Neil Sheasby risulta notevolmente influenzato dai gusti di Paul e galleggia tra l’acid jazz britannico di gruppi come Jamiroquai, Incognito e James Taylor Quartet (Sweet Forgivenes, Standing on the Top, Please Be Upstanding, Rise Above It) e il blue-eyed soul (marchio di fabbrica della band) allievo della grande scuola “black” americana, impreziosito dall’inserimento di cori gospel (Give the Man a Hand, Belief, Heavenly Father).
Il prodotto finale è raffinato ed elegante, senza orpelli superflui e suoni impastati. L’influenza welleriana aggiunge a tutto il sound quel tocco seminale che fu degli Style Council, tra funk, latin jazz e bossa (Next Time Around, Carry the News), tant’è che il Modfather ha coinvolto nelle registrazioni anche i vecchi compagni di viaggio degli anni ’80 Mick Talbot (tastiere) e Steve White (batteria). C’è posto anche per altre prestigiose collaborazioni, portate nel curriculum della band dal “padrino” Weller: per distacco il brano migliore del disco è Only You Can, registrato con Hamish Stuart, santone scozzese del soul e del funk bianco con la sua The Average White Band, che porta alla massima esaltazione il groove fiatistico dell’intero disco. Sorprendente, ma altrettanto riuscita, la collaborazione con la cantautrice folk inglese Kathryn Williams, che compare nella bella jazz ballad Don’t Walk Away. Ricco, coinvolgente e carico di atmosfera e anima, “Everybody, Anyone” è il disco della consacrazione per una band esplosa tardi, ma che ha premiato l’attesa del pubblico con prodotti di qualità notevolissima. Promossi a pieni voti Jones, Sheasby e anche il buon vecchio Weller.
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