AA.VV. ODE TO MARCO VERONESI
[Uscita: 02/10/2014]
#Consigliato da Distorsioni
Solo incrociata per vie trasversali la sigla ADN, cercando il modo per reperire lavori introvabili ma allo stesso tempo leggendari (Tasaday, Nu Creative Methods). In realtà si tratta di un'etichetta storica che ha dato visibilità internazionale alla scena industrial sperimentale italiana. Tra i suoi storici fondatori, insieme a Piero Bielli, Alberto Crosta e Rudi Pavesi c'era anche Marco Veronesi al quale è dedicata questa raccolta a cui contribuiscono alcuni degli storici nomi dell'etichetta, insieme ad altri artisti autorevoli della scena in questione. La ADN nasce nei primi anni '80 come fanzine dal nome "L'amore del nipote" e dal 1983 come etichetta nonché organizzazione di concerti ed eventi underground. La stessa sigla trasmuta nell'acronimo A Dull Note e poi, a fine anni 80 in Auf Dem Nil. Malauguratamente Marco ci ha lasciato il 2 ottobre del 2013 dopo una lunga malattia, ma la sua ricca eredità merita di essere approfondita e rivalutata. Dopo Maurizio Bianchi e il suo inabissamento dovuto alla folgorazione mistica per i Testimoni di Geova, la scena milanese ha conosciuto un periodo di grande fulgore creativo che ha preso piede proprio dal retrobottega di orologiaio di Marco Veronesi in via Decembrio. Insieme all'armonico meccanico e regolare di tutti gli ingranaggi di alta precisione, il nostro coltivava una passione altrettanto intensa per le atonalità e per tutti quei rumori inusuali associabili all'irregolarità di un modo onirico visionario e surreale. Dal suo negozio sono state diffuse le tape di F.A.R., Riccardo Sinigaglia, Sigillim S, La 1919 e Cristina Kubisch.
I quindici brani raccolti cercano di rievocare la sensibilità artistica e l'estetica creativa e avanguardistica sempre supportata dall'etichetta, senza esimersi da un noise elettronico e da tutta una serie di creazioni sonore assolutamente atipiche, piene di pathos, improvvisazione free form, sentori etnici e tribalismi. Apre i giochi una T.A.C. in formazione originale con un brano di intensa atmosfera sospeso sulla vocalità eterea di Monica Serra, An Elogy. Sentori di medio oriente e di esotico con tanto di sitar in Magik di Riccardo Sinigaglia. Più oscuri e criptici i BeNe GeSSerit di Alain Neffe. Francesco Paolo Paladino propone una pièce dissacrante e giocosa che fa il verso ai Fugs e ai Gong, Headfish/Eatfish, con inserti e distorsioni che dialogano e si intersecano con una languida melodia strumentale. Campo libero al free jazz più sgangherato e teatrale con La STPO. Fiati, ritmi e istrionismo contorto in Black Phoebe di Motor Totemist Guid e immersione in una psichedelia trasognata ed esoterica con Sigillum S. Deviazioni, field recordings, glitch degni dei migliori maestri della sonorizzazione da suspence per Angelo Avogadri e per i mitici francesi DDAA. Epopea trasversale di grande intensità quella di La1919 con cromatismi strumentali e cambi tempo repentini. Sempre più sorprendenti i Tasady che con Ode Iperreale sembrano aver risvegliato in una danza impazzita e forsennata tutti gli orologi di via Decembrio in un estremo omaggio al ricordo di Marco. RLW con i riverberi cupi e inquietanti di Verbleichend. Cristina Kubisch racconta con i droni un paesaggio futuristico sidereo e malinconico. Assolutamente estremi i Merzbow con i loro cortocircuiti no wave e le loro compressioni a bassa frequenza. Cellula Ascolto Attivo propongono un collage polimorfo di registrazioni e suoni decriptati, forse a celebrare l'universo fantasioso e debordante a cui Marco Veronesi tentava di dare configurazione timbrica e sonora. Davvero un'opera preziosa, imperdibile, un omaggio colto e sensibile al nostro recondito più affascinante.
L’ho conosciuto con Fritz Barile detto babbu negli anni 90. Per caso mi sembra su un numero di blow up dei primi, una calligrafica recensione annunciava la vendita e il prezzo ottimo di material sui “generis”
Gli scrissi inviando francobolli in busta, non avevo la mail allora.
Mi spedì foglietti scritti da formica (era un tecnico orologiaio) con titoli bellissimi. Ordinai, ma non aveva nemmeno un titolo di quello che volevo. Ovviamente cappii quando lo incontrai un paio di anni dopo che era falso. Selezionava dettagliava credo anche gli acquirenti. Non voleva avere contatti credo o come ho capito contatti con una massa inerme di viventi. Dopo alcuni tentennamenti insieme all’inseparabile fritz andammo nel bunker vecchio, e li per due o tre volte ci recammo negli anni successive fino a quando ci comunicò che era malato e fermava l’attività.
Ci soprese con la sua paura, mi stupì la sua fragilità e quella di noi tutti difronte ad un pericolo. Ma questa è l’umanità della musica da lui diffusa. Nonostante ho collezionato su suo consiglio Mathausen orchestra, Corbelli e altro Noise, ADN non era un’etichetta propriamente
Industrial white noise. Dava spazio a ciò che si suona con personalità e non per approvazione di massa.
Mi piacerebbe acquisire ancora un po di material del suo catalogo dell’archivio distribuzioni. Qualcuno ne sa qualcosa, aveva molto material in tutti I formati, molte copie penso rimaste li.
Se sapete qualcosa battete un colpo
Haloa Marco
Ciao Aldo, ti ringrazio davvero di cuore per la tua testimonianza e per il tuo ricordo di Marco. Leggo solo ora il tuo commento. Sono molto colpita da una tua affermazione: “ADN non era un’etichetta propriamente
Industrial white noise. Dava spazio a ciò che si suona con personalità e non per approvazione di massa”, credo sia verissimo e credo rispecchi a pieno una personalità complessa e sensibile come quella di Marco, la sua smisurata passione per la musica. Quanto a ciò che mi chiedi del suo catalogo non saprei proprio cosa dirti. Al momento l’eredità ADN è passata all’etichetta Artisti del ‘900 di Danilo Sala che potrà darti le informazioni giuste. So che parte del catalogo verrà ristampato tipo il mitico FALSE MEMORY SYNDROME dei memorabili La1919. Se ti va contattami su fb, cercherò di darti una mano attraverso vari contatti. Un caro saluto. Romina
ciao . ho saputo ora della morte di marco veronesi mi spiace molto….mi ricordo che quando lo chiamavo per fare un ordine mi sembrava di chiamare telefono amico per tossicodipendenti di dischi. Aveva un catalogo meraviglioso eccezionale pieno di rarità industrial . li ho trovato il disco in vinile di robert rich ,kallabris,yeast culture ecc ecc.nel 94 andai a trovarlo a milano e capii che lui era dentro alla musica industrial , una persona vera,e non per moda o per business . ciao marco grazie dei tuoi dischi.