Adamennon & Luciano Lamanna IRIS
[Uscita: 21/07/2017]
Souterraine nasce proprio con questo "Iris", ad opera di Marco Ferretti che con lo stesso nome gestisce da tempo un blog dedicato alle musiche altre. E' una sottoetichetta della romana Subsound Records che ricordiamo per alcuni lavori notevoli come “Kawax” di Lili Refrain (2013 e 2017 in collaborazione con Sangue Dischi), l'omonimo dei Mombu (2011) e la serie di split che ha visto la partecipazione di nomi autorevoli quali MoRkObOt, Deflore e Oren Ambarchi, per citarne solo alcuni. Protagonista è il duo elettronico formato da Adamennon e Luciano Lamanna, che attraverso sintetizzatore e tastiera ci tratteggia degli episodi visionari e immaginifici in cui il suono è lo sfondo evocatore di un viaggio mentale senza confini. Un'ideale colonna sonora che centrifuga suspence, incanto, ritmiche psicotiche e ossessive, apnee di smarrimento, turbamento sensoriale. Delle costruzioni articolate che si addensano emotivamente per poi frammentarsi e diluire in pattern orecchiabili, ripetitivi ma allo stesso tempo ineffabili e ottenebranti. C'è un sapore nostalgico e decadente nella regolarità delle cadenze che lievemente perdono intensità e si disperdono in rivoli scintillanti.
I languori dell'omonimo brano Iris sembrano risacche che evocano futuribile e fiabesco, sospensioni oniriche e un pizzico di esoterismo che ci riporta all'incanto delle strutture musicali dell'Alan Parson di "Tales of Mystery and Imagination", tanto sofisticate e sfarzose quanto voluttuose e rarefatte, soprattutto nel lato B dove più ampio e magnificente è lo sfoggio delle tastiere. Dall'oscura elegiaca Ottobre, che a tratti si apre a pulsazioni techno funk, alla spettrale e robotica Nuvola Nera, fino all'effettistica al cardiopalma di Fuori Piove con le folate acide e le dissolvenze elettroniche. L'associazione al gotico non sembra assolutamente casuale visto che il duo è chiaramente ispirato al film di Dario Argento "Suspiria", in cui prevale un'ambientazione di contrasti, di colori decisamente esaltati e un'atmosfera surreale. Anche le musiche che furono dei Goblin accentuano il vorticoso incedere cinematico e la composizione per immagini, riprese in questo lavoro con piglio sperimentale e allo stesso tempo con trovate stilistiche piacevoli e di grande effetto. Rendono omaggio ai nostri più geniali film di genere in cui certamente le colonne sonore sono l'elemento imprescindibile che si incide nell'immaginario dello spettatore a tale punto da non potersi separare dai più memorabili flashback di sequenze. Più ariosi e ambientali i primi due pezzi: Orfeo e Euripide e Arriva il Buio che decisamente riprende alcune progressioni di “Tubular Bells” di Mike Oldfield.
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