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17 Novembre 2013 ,

Nevica su Quattropuntozero I DIARI MISERABILI DI SAMUEL GEREMIA HOOGAN

2013 - Disco Dada
[Uscita: 21/11/2013]

nevica-cover-webDietro il moniker Nevica su Quattropuntozero si cela il musicista e produttore livornese Gianluca Lo Presti attivo già da molti anni nella scena indipendente italiana. Col suo vero nome di battesimo ha lasciato in eredità il disco "Cent'anni di solitudine" del 1999 seguito nel 2007 da "Nevica su quattropuntozero". Entrambi sono autoprodotti e sono usciti per la Audiofile. Nel mezzo da segnalare una importante e gratificante collaborazione con Blaine Reininger dei Tuxedo Moon per il disco "Sun and Rain" del 2001. Fra le tante soddisfazioni a livello personale la più significativa è senza dubbio  la creazione della Disco Dada Records con Lorenzo Montanà. Da qui sono transitati artisti validissimi come Tying Tiffany, Cosmetic e soprattutto la straordinaria faentina Simona Gretchen che con questa etichetta incise il suo indimenticabile disco d'esordio "Gretchen pensa troppo forte" (2009). Ma torniamo a Gianluca. Nel 2010 con la nuova denominazione di Nevica su Quattropuntozero ripresa dal secondo album aveva dato alle stampe quello che rimane a tutt'oggi uno dei suoi lavori migliori, "Lineare", disco molto variegato, ricco di testi disturbanti e con un potenziale singolo come Stanotte ho ucciso Lola che avrebbe potuto e dovuto dargli la giusta visibilità. Speranze rese vane dallo scarso interesse e risposta del pubblico nonostante le positive reazioni della critica e degli addetti ai lavori. Adesso Lo Presti ci regala il suo nuovo lavoro, questo intrigante "I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan" uscito come il precedente per la sua Disco Dada e prodotto dal lui stesso insieme all'immancabile Lorenzo Montanà.

 

Nevica su Quattropuntozero muralesQuesto Geremia Hogan è un personaggio nato dalla fervida fantasia dell'autore, che si ritrova nel corso del disco ad affrontare situazioni ed avventure che definire angoscianti appare decisamente riduttivo. Lo Presti stesso definisce il suo disco "piuttosto autobiografico" e ciò dice tutto o quasi. Ed i  titoli delle canzoni riflettono questi stati d'animo, Gli Avanzi, Amputazioni, Borderline sono testimonianze precise della profonda introspezione del nostro eroe perdente. Musicalmente Gianluca dimostra di amare molto l'ultimo Lucio Battisti, quello di cui nessuno si ricorda, vedi l'apertura di Promiscuità ma pure il solito Franco Battiato. Echi di quest'ultimo sono presenti in più di un pezzo dell'album. Prendete la splendida Gli Avanzi che sembra uscita da uno dei dischi più geniali del catanese "Sulle corde di Aries" (1973) con quel cantato al limite del reading e quei versi "da bambino rimanevo in casa a studiare pianoforte per ore" su di un tappeto di suadenti elettroniche. Il pezzo più suggestivo della raccolta. Borderline ha violoncelli, chitarre scarnificate e splendidi arrangiamenti di Francesco Cellini mentre La Vita che passa dimostra l'amore di Lo Presti per gli Smashing Pumpkins ed il suo leader Billy Corgan, non a caso omaggiato nell'omonimo brano su "Lineare".

 

Nevica+Su+Quattropuntozero+2mmik35Dopo Salmo 11 che è niente di più di un intermezzo strumentale arriva un altro dei momenti forti del disco, Incolume che riprende in parte le arie di Gli Avanzi e presenta la bella chitarra di Giuseppe Lo Bue che suona molto CSI dei momenti giusti. E davvero di gran pregio l'ospitata del bravo Umberto Palazzo che rende unica la minimalista La tossicità della felicità. Il brano inizialmente ci conduce ancora una volta sui territori del Battiato sperimentale degli esordi, diciamo del periodo"Fetus/Pollution ma è solo un frammento. La sezione ritmica di Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra), unita al basso pulsante di Lorenzo Montanà punteggia bene il resto del pezzo, poi la voce e la chitarra di Umberto si occupano del resto. Brano molto intenso con un breve ed inquietante reading finale "tutto cambia e niente è permanente, mangia la tua fragola e assaporala, mentre la tigre aspetta di divorare te". Ailin chiude il disco ed è un brano sognante e lunare, ai confini col Marco Notari di "Io". Gianluca ci ha regalato un altro capitolo significativo di una discografia che definire ormai importante appare doveroso. Un disco sufficientemente originale per distinguersi se non elevarsi dalla marea incombente delle produzioni indipendenti italiane che saturano il mercato discografico e non sempre con risultati eclatanti e di spiccata personalità. Un album di lettura talvolta difficile e non certo immediata ma che cresce ad ogni nuovo ascolto pur nella sua apparente claustrofobia d'insieme.

 

Voto: 7.5/10
Ricardo Martillos

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