OvO ABISSO
[Uscita: 04/11/2013]
# Consigliato da Distorsioni
Gli OvO, il duo formato da Bruno Dorella e Stefania Pedretti, sono armai una band consolidata e ultradecennale che ha saputo imporsi e stupire nel panorama underground per l’originalità e per il genere sfuggente e incatalogabile legato al loro sound. Dopo l’esordio con l’incredibile e mai abbastanza rimpianta etichetta di Dorella, Bar la Muerte, e l’approdo alla Load, che certamente li ha elevati ad una nuova visibilità internazionale, sono ora al secondo lavoro con Supernatural Cat. Quest’ultimo disco è certamente destinato ad assurgere, dall’impeccabile produzione e dalla schiera di ospiti illustri che vi collabora, ad un indiscutibile zenit evolutivo della loro produzione. Senz’altro la critica e il riscontro di pubblico suffragherà pienamente questa tesi. Bisogna però muovere alcune osservazioni di premessa per aiutare a comprendere fino in fondo la svolta stilistica che si è voluta apporre, senza nulla togliere alla validità e compiutezza dell’insieme. Il caratteristico battito tribale dei tamburi, percossi in modo furente e primitivo, ha ora lasciato il posto ad una batteria ad hoc con tanto di piatto ride e hi-hat che in pezzi come Harmonia Microcosmica e I Cannibali assume quasi le sembianze di una drum machine asfissiante che viaggia su insoliti ritmi techno dub.
L’inserzione di samples e field recordings (Rico Gamondi degli Uochi Toki) e di inedite sonorità elettroniche (synth, droni, scratch ) rompe il minimalismo grezzo delle partiture precedenti -permettendoci anche di obiettare che a discapito di ciò che viene segnalato nelle note di agenzia - (volendo escludere le inserzioni assolutamente decontestualizzate di alcuni spezzoni di canti popolari in Abisso e Ab uno, di fatto rivisitati dalla strumentazione e dalla peculiarità della voce di Stefania) in questo disco non vi è niente, ma proprio niente che rimandi all’Africa… Ciò detto, possiamo provare a mettere da parte l’idea degli Ovo che ci eravamo fatta, possiamo provare a tenere conto che in un percorso musicale fondato sulla ricerca e sulla creatività ci sta benissimo ed è lecito provare e testare altre traiettorie, battere altre strade. L’impressione che predomina è quella di una lugubre e incompromissoria claustrofobia. Abissi implacabili appunto e tutte le sensazioni stranianti e raggelanti che accompagnano una discesa inesorabile in cui il buio avvolge ogni cosa e la paura diventa morsa asfissiante, raggelante apnea, terrore allo stato puro che impedisce di dare un nome a qualunque emozione. La voce è graffiante, aspra, non ha drammaticità, perde pathos. Sono urla, sono convulsioni disperate, lamenti laceranti. Viaggiano tutt’uno con il rullo compressore strumentale, votato ad uno sludge feroce, vischioso, ossessivo, corpulento.
Il paradosso più inspiegabile è che questa varietà, questo eccesso, questo tanto di tutto, rende armonici gli OvO come mai prima d’ora, li rende orecchiabili e addirittura melodici dopo una serie di ascolti. Dal baccanale esoterico di Ab Uno, screziato da cupi rintocchi doom metal, al noise di puro rumorismo industriale di pezzi come Tokoloshi, A dream Within a Dream (con la voce demoniaca di Alan Dubin dei Khanate) predominano atmosfere di alienazione, di marcescenza psichica. Sembra di muoversi nelle vacuità sintetiche del cyber punk, dentro incubi popolati da replicanti e macchine ribelli ben descritti da autori come Ballard e Dick. Poi c’è la progressione di Fly Little Demon, la pietra di ossidiana che riflette l’enigmatica e suggestiva bellezza degli OvO originari. Magnificamente equilibrata tra tensione e sospensione, vorticosamente pregnante nell’intensità vocale della brava Carla Bozulich e nell’alchemica stratificazione sonora imbastita dagli Evangelista. Il tentativo di spingersi oltre in pezzi come Aenesis, Pandemonio, Harmonia Macrocosmica, risulta quasi un’impalcatura effettistica tanto mastodontica quanto falsata, superata dagli eventi. Lezioni Throbbing Gristle sfoggiate con qualche lustro di ritardo. Le pennellate al mixaggio di Giulio “Ragno” Favero ci sono tutte, o forse sarebbe meglio dire i colpi di scalpello. Quest’uomo predilige il granito e la pesantezza, lo aveva già dimostrato con “Quintale” nutrendo la nuova virata dei Bachi da Pietra. Saranno felici gli amanti di gruppi come Zu, No Means No, Zeus!, Butcher Mind Collapse.
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