Ben Harper & The Innocent Criminals CALL IT WHAT IT IS
[Uscita: 08/04/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
A nove anni dallo scioglimento e dopo una serie di collaborazioni, cambio di marcia, sperimentazioni, Ben Harper rimette in piedi la sua vecchia band, The Innocent Criminals. E questa é di per sé una notizia, una buona notizia, aggiungiamo noi. Una notizia alla quale si accompagna la pubblicazione di un album che è molto interessante, vario, pieno di generi che si mescolano, si amalgamano, si rivivificano, fra citazioni e ritorno all’impegno civile. A partire dal brano che è anche il titolo dell’album, “Call It What It Is”, nel quale, in un impianto di blues classico ci si rifà a fatti di cronaca realmente accaduti, vale a dire alle uccisioni di afroamericani in situazioni (diciamo così) poco trasparenti, con il chiaro e determinato invito a chiamare le cose con la parola giusta, murder, assassinio.
L’album si apre con When Sex Was Dirty, che gioca su un ritmo ossessivo tutto rollingstonesiano, con il contributo di un campanaccio, una cowbell, a dare carattere al contesto, e si chiude con Goodbye To You, una gradevole ballad cui l’organo Hammond dà un tocco vintage e in qualche modo richiama alla mente i Procol Harum. In mezzo ci sono altri nove brani tutti ben costruiti -escluderemmo, a voler essere pignoli, Pink Balloon, uscito in singolo e di efficace impatto, opportunamente ammiccante ma forse condizionato da una certa dose di “già sentito”, e Deeper And Deeper che per il proprio canto risulta un tantino più debole rispetto al resto- con tutta una serie di contaminazioni, con la coesistenza di generi e forme che lo rendono vario e di piacevolissimo ascolto. Meritano ancora di essere segnalati brani come Finding Your Way, puro reggae, Dance Like Fire, ballad bella nella sua estrema semplicità acustica, e Shine, pezzo arioso e solare che “risplende” dei suoi ritmi e, soprattutto, All That Has Grown, nel quale, con la voce del nostro, la sola lap slide guitar marca Weissenborn produce efficaci distorsioni e svisature.
La band con l’ossimoro, vale a dire i Criminali Innocenti che accompagnano il quarantaseienne artista californiano, è quella storica con Jason Yates al piano, Michael Ward alla chitarra, con il percussionista Leon Mobley, Juan Nelson al basso e Oliver Charles alla batteria. Il loro ritorno al passato costituisce una sorta di “dove eravamo rimasti?” e ci piace interpretarlo, viste le premesse, come un punto di partenza per nuovi interessanti itinerari musicali. Ben Harper è un artista da cui è legittimo aspettarsi sempre il meglio.
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