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10 Agosto 2017 ,

Roscoe Mitchell BELLS FOR THE SOUTH SIDE

2017 - ECM Records - 2 CD
[Uscita: 30/06/2017]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni       

                                                                                        

R-10433750-1497463112-4297.jpegQuesto lavoro inciso dal vivo nel 2015 da Roscoe Mitchell, sassofonista, flautista e compositore, che la ECM Records generosamente ci restituisce ora, ha il sapore che distingue i lavori capitali e decisivi dalle semplici novità.  Nel settembre 2015, Roscoe Mitchell (Chicago, IL, 3/8/1940) decide di celebrare degnamente il 50° anniversario della fondazione di Association for the Advancement of Creative Musicians proprio a Chicago, al Museum of Contemporary Modern Art Chicago (MCA), dove  il contest più adatto è l'esposizione The Freedom Principle: Experiments in Arts and Music, 1965 to Now  [11 luglio – 22 novembre 2015], titolo quanto mai adatto ben oltre l'evocativo e che raccoglie nelle esposizioni anche l’ampio apparato di percussioni utilizzate della  gloriosa e seminale Art Ensemble of Chicago (AEC) di cui Mitchell fu un co-fondatore, accanto a Lester Bowie, Joseph Jarman e Malachi Favors prima e Don Moye poi; fra i quadri esposti al MCA anche due opere di Roscoe, Panoply (1967) e The Third Decade (1970) copertina dell’omonimo album di AEC del 1984. Luoghi e stage non sono stati scelti a caso: Mitchell è di casa fra tele e fondali di gallerie d'arte che ha già praticato: al MCA fronteggia una platea attenta con quattro piccoli ensemble in trio che riassumono l'ultima parte del suo percorso creativo di ‘grande musica nera, antica per il futuro’.

 

"Bells For The South Side"  è la colonna sonora riassunta in undici lunghi brani eseguiti in due set (pomeridiano, 3 p.m.; serale 7:30 p.m.) il 27 settembre 2015; i componenti di quattro formazioni in trio che accompagnano Roscoe Mitchell (foto a sinistra) sono tutti r.m. @chris_swedaartisti che a vario titolo hanno condiviso con lui passaggi importanti delle sue produzioni più recenti sino agli anni settanta e che rispecchiano la sua infaticabile volontà di trovare nuove forme di espressione: con Hugh Ragin (tromba) e Tyshawn Sorey (trombone, piano, drums e perc.) in Prelude to a Rose, con Craig Taborn (piano) e Kikanju Baku (drums e perc.) in Dancing in the Canyon, con Jaribu Shahid (basso e percussioni) e Tani Tabbal (drums e perc.) in Prelude to the Card Game, Cards for Drums, and the Final Hand, con James Fei (ance e sopranino) e William Winant (perc., marimba e vibrafono, timpani) in Six Gong and Two Woodblocks e in R509A Twenty B. In altri brani Mitchell fonde i quattro trios in altre soluzioni di organico, che rispondono sempre nei vari segmenti esecutivi alla forma prescrittiva dell’improvvisazione controllata nella direzione orchestrale che MI0002871008Roscoe imprime. La medley conclusiva Red Moon in the Sky/Odwalla  che conclude il doppio set (con gli applausi sugli annunci degli artisti di Mitchell) evoca una pagina intensa, punteggiata da suoni elettronici su un’orditura più corale nel finale di Odwalla, uno dei brani più riusciti dell’Art Ensemble of Chicago (foto a destra). La cifra delle esecuzioni esalta la concezione stilistica di Mitchell ben oltre il free-jazz: qui la vicenda musicale narrata è tutta dentro e "oltre" un suono contemporaneo, già enunciati da Varése e Milhaud, Cage e anche Arvo Pärt (con i suoi tintinnabuli).

 

Le campane impresse nel titolo ("Bells…") sono il colore timbrico più ricercato nelle libere interpretazioni, pulviscoli, galassie, scoppi, scie in continuum in quell'immagine perenne di The South Side di Chicago, dove è nata l'AACM di cui Mitchell è ancora uno strenuo propugnatore nelle linee artistiche, mai compromesso dalle accattivanti sirene dell’omologazione culturale di cui anche la musica afro-americana è stata roscoemitchell-010(inconsapevole?) vittima. Le emozioni e/o l'ascolto spesso virano al trance, le linee melodiche infrante, i rintocchi sono un unicum in questa visione profondamente innervata di modernità e ricerca del futuro adesso: Roscoe Mitchell (foto a sinistra) scrive qui una pagina nel contesto del trio per ampliare la gamma del suono, scovare nuovi timbri con esuberanza, ironia e sarcasmo, rigore e vivacità. Il tratto distintivo di questo lavoro è la convinta ricerca di un suono complessivo, con movimenti sonori ampi in una dimensione orchestrale “contemporanea”, dove il free, le dissonanze e le soluzioni aritmiche guardano alla tradizione della musica afroamericana. Un capolavoro? Bells For The South Side è certamente uno dei lavori più “alti” che Mitchell ci abbia donato nella sua multiforme, intensa quanto immensa vicenda artistica: uno sguardo pieno e aperto all’innovazione, che non cessa mai. Come l’intimo desiderio di guardare sempre gli alberi rifiorire di suoni.  

 

Line-up

Roscoe Mitchell  (sassofoni, flauti, bass recorder, perc.)

James Fei (sassofoni, electronics)

William Winant (perc., marimba e vibrafono, timpani)

Hugh Ragin (tromba)

Tyshawn Sorey (trombone, piano, drums, perc.)

Craig Taborn (piano, organo, electronics)

Kikanju Baku (drums, perc.)

Jaribu Shahid (bass, perc.)

Tani Tabbal (drums, perc.)

 

Voto: 10/10
Luciano Viotto

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