Nolatzco ASSALTO ALLA LUNA
[Uscita: 24/02/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Non hai vinto riprova avrai più fortuna'. A volte grattando sotto la posa iconografica degli “anni zero”, in maglietta a strisce e occhialoni, si finisce in quell’Emilia paranoica forse in nuovo subbuglio sotterraneo. Siamo a Ferrara. Ma non sto parlando della fenomenologia “della centrale elettrica”, probabilmente già in declino, ma di qualcosa che pare simile ad un primo ascolto, forse perché un certo stile compositivo è nato proprio dalle visioni di Giovanni “Nanni” Fanelli, fondatore del progetto Nolatzco, ma con molta claustrofobia in meno, rispetto alla media indie generale: “less is more”. Fanelli, attivo dal 2007 con la notevole formazione Quinto Stato, nel 2009 fonda il progetto Nolatzco e nel contempo collabora come bassista dei Rossofuoco di Giorgio Canali. Definisce l’orientamento sonoro del gruppo 'contaminato da vari generi e influenze tendenti al post punk e connotato dall’insolita formazione con due bassi che sviluppa un impatto ruvido e immediato', ciò che conta a mio avviso è che suona roventemente bene. A tratti cupi e sospesi si alternano rincorse sonore di forte presa e balzi psichedelici in quello che, senza troppi panegirici, è un ottimo disco, ovvero “Assalto alla luna”, in uscita il 24 febbraio.
Giovanni Fanelli, autore, sfodera una poetica sottile ma non per questo ermetica fino al parossismo. Scomodando il grande riformatore della parola, di ferraresi frequentazioni, che fu l’Ariosto, penso ad Astolfo che va sulla luna, a recuperare il senno di Orlando pazzo furioso, chiuso in un’ampolla. Così nelle dieci riflessioni che compongono l’album su una realtà assurda, superficiale e caotica dove sopravvivono rapporti fragili, si scorge la necessità di riconquistare un atteggiamento critico, di non alzare le mani davanti alla morte in vita: 'Lo sento siamo ancora vivi, non fiatare amore… Resisti manca poco alla fine', così incita Speed e pure Babyrivoluzione, primo singolo estratto. Tornando a Ferrara, nido nativo dei Nolatzco, cerco il particolare dualismo di una città tanto rigorosa nelle sue fisiche fondamenta, quanto esoterica ed enigmatica nella sua cultura. Per De Chirico è un luogo assolutamente metafisico, percorso da una sotterranea follia che attribuisce, come alcuni medici della sua epoca, alle esalazioni dei maceri della canapa, coltivata poco fuori dal centro (nella title track viene espresso il desiderio di 'Rubare un piccolo fiore di mariuana lunare': bastava rimanere in città!). Riferimenti all’arte affiorano tra le righe de La ballata dei cuori intermittenti, dove si citano i bambini appesi di Cattelan e le 'azioni futuriste' di Trinità dei Monti a Roma.
La meccanizzazione del desiderio si affida all’acuto gioco di Signorina Diesel: l’oggetto delle odierne pulsioni è una donna o una carrozzeria superaccessoriata? Il sentimento attuale di vissuto che sfugge momentaneamente al controllo, in un mondo in bilico tra aspirazioni e disagio è una sensazione che ci fa sembrare 'Come pesci tropicali in un’enorme acquario' in Un caos che ti assomiglia, brano molto intenso, assimilabile a Teatro degli Orrori e lo stesso Canali. Troppo Educati al successo per capire che questo non è un paese per gente felice, perché la gente felice non consuma abbastanza. E allora? 'Ti porto via, non lo vedi, qui non cambia niente' (Lullabymoon). Però tra 'accendini esausti, mozziconi sparsi…antifurti che non ci fanno dormire' (Tutto svanisce) e Abusivisness ci sono semi sparsi che meriterebbero di essere coltivati.
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