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4 Dicembre 2016

Darkthrone ARCTIC THUNDER

2016 - Peaceville Records
[Uscita: 14/10/2016]

Norvegia    

 

Darkthrone_-_Arctic_Thunder_2016Sono passati tre anni dall’ultimo lavoro firmato DarkthroneThe Underground Resistence” ed ecco nel 2016 “Arctic Thunder”. In questo disco abbiamo sempre a che fare con l’oscuro sound del gruppo norvegese di Fenriz e Nocturno Culto, due nomi che nel black metal sono una garanzia, anche se -dicono gli estremisti- a volte la band scivola un po’ troppo nel death, doom e trash metal. Bisognerebbe andare a risentirsi le prime demo del gruppo, firmate all’epoca con il nome di Black Death, come “Trash Core” e “Black Is Beautiful” del 1987. Estremismi a parte, Arctic Thunder è sicuramente un buon lavoro, anche se non siamo assolutamente ai livelli del manifesto del duo norvegese “Transilvanian Hunger” del 1994, livelli che forse i fan si erano illusi di riascoltare (Nocturno Culto aveva parlato di un ritorno alle atmosfere degli anni ’90). Anche dando un’occhiata alla copertina (paesaggio nordico con boschi di betulle, cielo crepuscolare sullo sfondo e un fuoco vichingo che arde quasi come per accogliere la notte) si può presagire un mood black metal vecchio stile.

Come traccia introduttiva la lanciatissima Tundra Leech: riff oscuro e freddo che dà slancio al brano e accompagna la voce rude e massiccia di Nocturno Culto, forse la costante più positiva di questo disco, eccellente anche nella scelta di non sfociare mai nello screaming. Segue Burial Bliss, pezzo black ben fatto, con sfumature heavy, vedi proprio il riff iniziale o il classico assolo. Con Boreal Fiends l’atmosfera black sembra interrompersi: Nocturno Culto con una chitarra acustica scandisce un riff iniziale che apre poi ad un crescendo altalenante a tinte doom. Il viaggio continua tingendosi nuovamente di darkblack grazie alla batteria martellante di Fenriz, ai riff taglienti e alla voce di Nocturno Culto che scolpiscono Inbred Vermin anche se l’ispirazione NWOBHM (New Wave Of British Heavy Metal) sembra resistere. Artic Thunder, la title track dell’album, con un lacerante riff trash picchia duro alternando rapidamente giri di chitarra grezzi e cattivi, ma senza spingere troppo sull’acceleratore.

Buona Throw Me Through The Marshes, che riporta modestamente l’atmosfera a tinte doom e black, forse il brano meno efficace del disco. Incalza Deep Lake Tresspass con riff intensi e inquietanti a tinte epiche. Siamo in dirittura di arrivo e il duo norvegese si congeda con The Wyoming Distance, sound e voce sempre algidi e grezzi, ma forse un finale un po’ a tirar via: oltre alla durata esigua del pezzo, la struttura lascia un po’ insoddisfatti. Arctic Thunder è un fulmine carico dello spirito di Norvegia, un lavoro valido: alcuni difetti non ne minano l'efficacia.                                                                                                                                                                                                                                                                                         

Voto: 7/10
Alessandro Borysowicz

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