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17 Dicembre 2020 ,

Oteme Un Saluto Alle Nuvole

2020 - Ma.Ra.Cash Records

Musica delicatissima per un argomento delicatissimo. Si potrebbe sintetizzare in questa sola frase “Un Saluto Alle Nuvole” il nuovo e quarto concept album dell’Osservatorio per le TErre EMErse, (Oteme, per gli amici) lo strepitoso ed eclettico ensemble a “geometria variabile” guidato da par suo dal polistrumentista, cantante e compositore, Stefano Giannotti. Di Oteme abbiamo già descritto in passato la splendida formula sonora che in Italia non ha eguali coinvolgente canzone d’autore, musica colta, rock, jazz ed elettronica, in un amalgama felice, delizioso e personalissimo. Il tutto si ripete in questo nuovo ottimo lavoro che a livello testuale non teme di toccare un tema agghiacciante e straziante come la morte dei malati terminali ricoverati negli hospice, quelle strutture ospedaliere che vedono gli ultimi giorni di vita di chi ha lottato contro mali incurabili. Giannotti e i suoi sodali in questo caso tralasciano, infatti, i testi ermetici, surreali e a volte delicatamente umoristici, degli album precedenti, dando voce direttamente al personale medico degli hospice, agli operatori socio-sanitari, ai familiari dei pazienti e alle pagine del “diario di bordo” della struttura ospedaliera con risultato toccante se non addirittura commovente come in alcuni casi (il paziente che muore pronunciando come ultima parola, Mamma, la stessa che fu la prima pronunciata nella sua esistenza è da lacrime agli occhi). E benché le testimonianze di cui abbiamo detto, e che si ascoltano all’inizio di ogni brano dalla vera voce dei protagonisti, siano inserite pari pari nel contesto musicale, la struttura sonora di Oteme così felicemente anomala nel panorama musicale nazionale, permette che la metrica non venga mortificata da un inserimento “forzato” nell’amalgama sonoro della band. E quell’amalgama è quello che ormai gli appassionati di Oteme conoscono e apprezzano da tempo: gli intrecci vocali delle voci femminili (oltre a quella del leader) che si doppiano, si sovrappongono e si intersecano mirabilmente e quelli strumentali dei fiati che in questo caso si limitano a flauti e clarinetti di varie dimensioni e tonalità in una delicatezza strumentale a cui si aggiungono gli altrettanto delicati tocchi del vibrafono, le armonie dell’arpa, il pianoforte di Emanuela Lari, come sempre anche splendida cantante e le chitarre e le tastiere di Giannotti autore e compositore dell’intera opera. Abbiamo così in Dieci Giorni, gli ultimi di una vita, la ripetizione ossessiva dei numeri (in inglese) che richiama quella patafisica sonora dei primissimi Soft Machine surreali e dadaisti, in Quando La Sera e in Chiudere Quella Porta gli intrecci vocali ricordano la Seguici dell’antico capolavoro “Orfeo 9” di Tito Schipa Jr., mentre la strumentale e jazzata Per Giorni A Venire e Una Mamma Disperata vedono l’irruenza del pianoforte dissonante di Lari farsi protagonista. Nella lunga e bellissima Turni ritroviamo invece quelle partiture per fiati da camera di sapore zappiano che già avevamo notato negli album precedenti cosi come gli accenti canterburyani meno evidenti che nel passato ma sempre presenti sottotraccia. Gli Angeli Di San Cataldo/ Bolero Quarto, fin dal titolo richiama i boleri già ascoltati nelle altre opere del gruppo con l’aggiunta del super ospite Blaine L. Reininger (Tuxedomoon e molto, molto, altro) al violino, mentre l’elegiaca e brevissima conclusione Un Saluto Alle Nuvole è affidata ai soli Giannotti all’organo Bontempi e all’arpista Valentina Cinquini. C’è ancora molto altro da scoprire in questo album bellissimo e prevalentemente acustico con musicisti provetti che sarebbero tutti da citare in quell’ensemble a “geometria variabile” che si chiama Oteme e che non finisce di stupirci per ecletticità e creatività e che in questo periodo di “derivazioni musicali” si pone una volta di più al centro e alla vetta del panorama musicale italico per originalità e assoluta libertà di espressione.

Voto: 8/10
Maurizio Pupi Bracali

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