Twin Guns THE LAST PICTURE SHOW
[Uscita: 11/09/2015]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
L’inizio fu chitarra e batteria. E una voce che veniva dall’oltretomba. Ma l’arrivo di Kristin ha reso ancora più erotica la musica del gruppo italo-newyorkese che vede ai tamburi “Jungle” Jim, il batterista che fu dietro le chiappe di Poison Ivy per il tour dei Cramps di “Fiends of Dope Island” quando voi facevate ancora merenda detonando il cellophane delle brioscine industriali e, ancora oggi che si sono zittite sia le merendine che loro, nei Makers.
Dei Cramps, ma non solo da loro, i Twin Guns hanno assorbito molta della cultura trash-a-billy che si traduce in un suono riverberato e truculento (un esempio fra tutte la bella The First Time che raccorda la giungla crampsiana ai deliri metropolitani dei Suicide) che fa ovvio riferimento a loro così come a quello di altri maestri del genere come Screaming Jay Hawkins, Raymen e Beasts of Bourbon così come è chiara (perdonate l’ossimoro che sta per piovere giù…NdLYS) l’influenza di certo surf scuro e sinistro (nelle tante tracce in cui il ritmo rallenta come nella bellissima versione zombie dello standard Harlem Nocturne e poi ancora su Maniac, Temperature Rise, The Last Picture Show, Trigger Jack).
Uscire con un disco così necrofilo e bastardo, intestato a una band che di “gemelli” sfoggia i suoi fucili, su vinile rosso, a New York, l’11 Settembre, può apparire mossa di cattivo gusto. E lo è. Non più di quanto lo sia certa indignazione selettiva o il business mercenario che si nasconde dietro ogni scontro fra civiltà, in ogni caso. O magari il bisogno di riadattare la nostra realtà di serie Z ad un più rassicurante, sebbene spaventevole, mondo fumettistico di serie B. Scacciando via i fantasmi che hanno la consistenza carnale dei nostri simili per lasciarne solo penzolare le loro lenzuola.
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