TootArd LAISSEZ PASSER
[Uscita: 10/11/2017]
Siria #consigliatodadistorsioni
Non c'è dubbio che l'anno appena trascorso sia stato ricco di sorprese e suggestioni musicali di grande interesse e di alta qualità, spesso provenienti da angoli decentrati rispetto all'egemonia angloamericana e frutto di contaminazioni originali e fruttuose. Potremmo citare a riguardo i dischi degli sloveni Ŝirom o del colombiano Meridian Brothers, dell'egiziana Nadah El-Shakty o di Nadine Shah o quello realizzato dal Kronos Quartet con il maliano Trio Da Kali. Ed ecco ora per i tipi della Glitterbeat uscire questo lavoro dei TootArd, band che vive nelle Alture del Golan, territorio siriano occupato illegalmente dal 1967 da Israele, una situazione non solo difficilissima, ma che comporta un violento sradicamento dalle proprie radici. Infatti nella traccia iniziale che dà il titolo all'album il testo esprime il dramma di chi è considerato uno straniero in casa propria: «Il tuo nome...la tua immagine non sono familiari...le tue radici sono sconsciute...la tua patria è sconosciuta.», un titolo che del resto richiama il fatto che gli abitanti del luogo non hanno diritto di cittadinanza, non hanno passaporto, ma solo un lasciapassare. È proprio per restituire, almeno simbolicamente, una patria ai Nostri che abbiamo indicato come nazionalità quella siriana.
È questo fortissimo desiderio di libertà, di ribellarsi alla grettezza e alla violenza che si respira nella musica dei TootArd, un libero fluire ipnotico che si ispira al desert blues dei Tuareg, soprattutto nell'intensissima Syrian Blues, con un meraviglioso arpeggio della chitarra intriso di nostalgia e voglia di muoversi in libertà, ma anche con forte declinazione mediorientale, come nella splendida Baysati Blues. L'uso del sassofono contribuisce anch'esso a rendere molto personale il suono della band sottolinenado in particolare il ritmo sincopato e dondolante del reggae di tracce come Circles, Oya Marhaba o A'sfur, o il funk che occhieggia in Musiqa. La travolgente title track mette subito in luce le doti del chitarrista Nakleh dallo stile influenzato sia dal blues africano che dal rock, ma dall'impronta prettamente araba. In Sahra protagonista inizalmente è il dialogo fra un malinconico sassofono e il canto corale per poi evolversi in un finale psichedelico più chiaramente rock. “Laissez Passer”, secondo album della band, è un album ricco, stilisticamente eclettico, dal forte impatto, emotivamente coinvolgente che attraverso la musica esprime la voglia di libertà, di guardare gioiosamente verso un futuro diverso: «Ribellati, ribellati, oh uccello, vola alto così che non ci siano barriere nel mondo e l'alto muro sia demolito» (A'sfur).
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