Mimes Of Wine MEMORIES FOR THE UNSEEN
[Uscita: 09/11/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
1)
Mimes Of Wines è un progetto di Laura Loriga (voce e scrittura) che la vede all' opera in compagnia di diversi musicisti, dai componenti della band quali Stefano Michelotti, Luca Guglielmino, Matteo Zucconi e Riccardo Frisari fino ad una pletora di ospiti. "Memories for the unseen" è il secondo album della formazione dopo l' esordio del 2009 con "Apocalypse set in". Il lavoro è stato concepito fra Los Angeles e Bologna, fra la fine del 2010 e l' inizio del 2012. Intimo e coinvolgente, centrato sulla duttilità vocale di Laura (sempre in primo piano) che duetta ora con il pianoforte (suonato da lei stessa), ora con le altre voci (acustiche ed elettriche) in maniera personale e prepotentemente emotiva, il lavoro scorre fra momenti eterei e fragili alternati a fraseggi caldi e vorticosi che creano un pregevole contrasto fra immagini di lontani ricordi e urgenza espressiva, fra tentazioni di fuga nell' escapismo cerebrale e il tornare, sempre, alla natura imperfetta (ma amata) della realtà umana e vissuta.
La voce di Laura, teatrale ma mai sopra le righe, riporta a quelle di Cat Power (nei toni più soul-blues) e Lisa Germano (nel modo di esprimere la propria fragilità interiore), mentre certe atmosfere non sono lontane da quelle di Devics e Dead Can Dance: tutte influenze apertamente indicate dalla stessa band, ma si potrebbe citare anche il dream-pop di Cocteau Twins per la leggerezza, davvero impalpabile e sognante, e per le suggestioni autunnali e malinconiche, ma anche Laura Nyro per l' intensità delle composizioni. Le sonorità spaziano da quelle acustiche e classicheggianti, passando per brevi frasi jazz sempre in un contesto minimale (anche, paradossalmente, quando il numero di voci si fa più elevato): il risultato è quello di un disco sì sognante, ma anche molto diretto e asciutto. Ed è proprio questa capacità di giocare sugli equilibri, mantenendosi sempre in bilico, che riesce a esprimere un pathos assolutamente convincente e naturale, fra immagini rarefatte e colori musicali purissimi. Lavoro eccellente. (Andrea Fornasari)
2)
Laura Loriga è un personaggio unico e particolare del panorama musicale italiano. Fondamentalmente una cantante solista, oltre che raffinata pianista, nel 2005 ha scelto la denominazione di Mimes of Wine per dare libero sfogo alle sue notevoli doti compositive. Il girovagare per il mondo, fra Stati Uniti, Francia ed ovviamente Italia ha fatto sì che il suo primo disco, l'incantevole “Apocalypse sets in” (2009) uscito per la Midfinger Records, riflettesse tutti gli umori e profumi di quelle terre che ha attraversato. La critica si è buttata a capofitto su di lei, inevitabili gli accostamenti del caso, le immancabili PJ Harvey, Tori Amos ed addirittura Diamanda Galas. A seguire fortunate ed acclamate esibizioni in California, nel triennio 2007-2009, con strumentisti di livello eccelso, quasi un sigillo doc ad un’ artista che definire di livello internazionale può risultare riduttivo.
Altre 70 date a promuovere l'album con una formazione composta dal polistrumentista Stefano Michelotti, il chitarrista Luca Guglielmino, Matteo Zucconi al contrabbasso per finire con Riccardo Frisari alla batteria. Tre anni dall'esordio certo sono lunghi ma l'attesa a volte può essere ben ripagata se il risultato ha nome “Memories for the unseen”. Il disco si presenta con un’ inquietante copertina, un volto da olocausto degno di comparire in qualche drammatico libro verità, come “Se questo è un uomo” del nostro Primo Levi o il meno conosciuto “I Racconti di Kolyma” di Varlam Tichonovic. Cito liberamente da quest'ultimo " un giorno morirò / Qualcuno mi stringerà il cuore in una morsa / lo immergerà nel fuoco, nella brace". Tornando al nostro disco questo presenta composizioni degli ultimi tre anni, in particolare ci sono molte cose partorite a Los Angeles mentre per la stesura finale Laura si è appoggiata alla natia Bologna. Gli anni passati in California, dove tutt'ora risiede, hanno fatto molto bene alla Loriga, ne ha guadagnato la sua voce, già splendida, ma arricchita da una pronuncia dell'inglese impeccabile, al punto che chiunque ascolti il disco si trova spiazzato nell'apprendere la provenienza del tutto.
“Memories of the unseen” è di una bellezza che talvolta spaventa, le composizioni sono puro incanto, con un talento e grazia interpretativa superiori: parlo di songs quali Lincantatore, Aube che è quasi Lisa Gerrard, ed Altairs of rain con chitarra ciondolante alla Leonard Cohen dei giorni di grazia. Auxilio e Teethmaker sono perle d'altri tempi, sembrano uscite da qualche magica ristampa dei seventies inglesi, nella prima quella tromba in sottofondo, di Tiziano Bianchi, aggiunge un profumo unico al pezzo, brividoni. In I will marry you per un attimo Laura abbandona l'adorato piano, voce e chitarra con PJ Harvey che sorride dietro l'angolo, ma è nelle fattezze di brani deliziosi come Charade e Yellow flowers che sembra trovarsi maggiormente a suo agio. Memories of the unseen è una meravigliosa conferma per un’ artista che merita tutte le attenzioni possibili, un fiore raro nel giardino di casa nostra. (Ricardo Martillos)
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