La Curva di Lesmo LA CURVA DI LESMO
[Uscita: 15/10/2015]
#consigliatodadistorsioni
Che cosa può succedere se due “giganti” del neo-progressivo italiano decidono di collaborare? Ne nasce un album destinato a essere ricordato tra i futuri classici del genere e che certamente si ritaglierà un buon posto nelle playlist dei dischi dell’anno di molti recensori. I due “giganti” in questione sono Fabio Zuffanti, che proprio l’anno scorso ha celebrato il suo primo ventennale di carriera, dopo aver abbinato il suo nome a quello di molte tra le prog-bands italiane recenti più apprezzate a livello internazionale (solo qualche esempio tra i più rappresentativi: Finisterre, Hostsonaten, La Maschera di Cera), e Stefano Agnini, tastierista e paroliere de La Coscienza di Zeno. Il progetto che ne nasce prende il nome di La Curva di Lesmo, citando un titolo del grande illustratore Guido Crepax. E, infatti, l’intero artwork del disco attinge dal catalogo di questo autore, con la supervisione artistica e l’approvazione di Caterina Crepax.
Ma veniamo alla musica: l’immaginario prepotentemente “vintage” dell’ultimo Zuffanti (ascoltare il suo disco solista “La Quarta Vittima” per credere) perfettamente si sposa con il monumentale arsenale di strumentazione d’annata di Agnini e, soprattutto, con la “poesia delle piccole cose” che caratterizza le liriche di questo autore (esempio doveroso è il recente “La notte anche di giorno” de La Coscienza di Zeno, assolutamente da sentire); perché Agnini non è uno che racconta favole di elfi e di unicorni, come molto immaginario prog-rock prevede, ma descrive – al tempo stesso con crudezza ma anche con una forte sensibilità – le mostruosità del quotidiano.
Leggendo i testi di questo album è difficile dire se effettivamente si tratti di un concept-album, anche se comunque il tema della morte, della separazione, del rito funebre, della metabolizzazione del tutto, ricorre in tutti i tre lunghi brani (due a firma Agnini e il terzo firmato Agnini-Zuffanti) che costituiscono l’opera. A completare il tutto una pletora di ospiti che comprende, alle voci, Claudio Milano dei Nickelodeon (collaboratore di Distorsioni.net), due nomi storici della scena prog italiana anni ’70 come Jenny Sorrenti (Saint Just) e Jutta Taylor Nienhaus (Analogy), Beatrice Antolini, Max Manfredi, Claudio Roncone, Matteo Merli e tantissimi musicisti della scena prog genovese (tutti a rotazione già collaboratori dei passati progetti zuffantiani).
Se nei momenti più epici del disco la parentela con il prog italiano anni ’70 è innegabile, le situazioni più rarefatte potrebbero essere una meravigliosa, ineccepibile colonna sonora di un film horror diretto da Lucio Fulci o da Mario Bava, o di un vecchio sceneggiato in bianco e nero della RAI. Per i collezionisti è doveroso ricordare che l’album è disponibile, oltre che il CD, anche in vinile in due versioni: bianco con poster e con poster e pop-up cover in tiratura limitata.
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