Stefano Panunzi Pages From The Sea
[Uscita: 21/04/2023]
Una sinfonia di increspate sonorità liquide, il raffinato soundtrack di una visione esalata dagli anfratti di un recondito pensiero, incarnata nell’enigma di un occulto viaggio notturno. A due anni di distanza dalle diafane trame di “Beyond The Illusion”, Stefano Panunzi fa ritorno sulla scena rilasciando alle stampe l’inedito “Pages From The Sea”, quarto capitolo della personale parabola discografica. Co-fondatore con il polistrumentista Nicola Lori del pregevole progetto Fjieri, l’artista capitolino è da sempre solito avvalersi in fase di realizzazione dell’ausilio di eccelsi collaboratori e a suddetta regola non si sottrae neppure l’originale creatura marina dell’ultim’ora. Così se in passato al suo fianco abbiamo visto avvicendarsi musicisti del calibro del compianto Mick Karn, Gavin Harrison, Andrea Chimenti, Tim Bowness e Richard Barbieri, per queste dodici pagine inedite Panunzi beneficia del supporto di un parterre artistico di prim’ordine all’interno del quale spiccano i nomi di Robby Aceto, Giacomo Anselmi, Fabio Trentini e dell’ensemble di crimsoniana memoria composto da Jakko M, Jakszyk, Pat Mastelotto e Markus Reuter. L’ennesima joint-venture di spessore che, inequivocabilmente, non manca di farsi apprezzare. “Pages From The Sea” condensa vitale passione, talento, tecnica e nello spontaneo evolversi del suo canovaccio narrativo intreccia stilemi compositivi che amplificano un crossover emozionale di assoluta suggestione. Appare assolutamente riduttivo chiamare in causa gli universi Japan e King Crimson così come parlare di art-rock, new wave o prog; Panunzi ci regala, a suo modo, una sequela di percezioni e soluzioni che appartengono alla sua concezione di espressione musicale, giunta per elementi anagrafici e sconfinato retroterra ad un invidiabile grado di maturità. Estremamente arduo estrapolare movimenti più o meno rappresentativi del ricercato tracciato compositivo, meritevole di essere esplorato per tutta la sua profonda estensione, e solo al fine di una ‘preview’ suggeriamo l’ascolto di Which Truth, The Sea e An Autumn Day (con la presenza della vocalist austriaca SiRenée). Last but not the least, una particolare menzione va all’impetuosa cover-art opera di Bernd Webler, quanto mai espressivo biglietto da visita di una delle produzioni più persuasive di questo inizio 2023. Reale o interiore, un grande mare da attraversare.
Video →
Commenti →