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14 Ottobre 2024 ,

Michal Gutman Never Coming Home

2024 - Seahorse Recordings / Cruel Nature Records

”Never Coming Home” è il debutto da solista della cantante e musicista israeliana Michal Gutman, diciamolo subito, visto ciò che il suo paese sta facendo in Medio Oriente che lei è un’oppositrice della politica criminale del governo di Tel Aviv, volendo potete controllare la sua pagina Facebook. Del resto la sua musica e i suoi testi, a volte enigmatici, mostrano una personalità combattuta e inquieta, a volte spaventata, anche le canzoni d’amore sono percorse da un senso di incertezza e perfino di claustrofobia. Del resto, il titolo del disco allude a una difficoltà o impossibilità a trovare requie, a tornare fra le mura protettive della casa, forse anche perché protettive non lo sono forse più. Per chiarire, riportiamo il testo tradotto della canzone This Is Easy: «Non so chi sono mentre percorro questi corridoi di sabbia rossa nel vicolo cieco dove ero, un minuto fa la terra rossa ha preso le mie scarpe Sei lontano, e sei vicino in questa città piena di pianto e paura e le cose difficili è facile che accadono con te. Ora ho visto i tuoi occhi. Sto tornando a casa». Musicalmente il disco è molto complesso e vario, con arrangiamenti originali e mai banali, la Gutman suona il basso, a volte la chitarra, le tastiere e synth, mentre in ogni traccia si aggiungono da uno a tre collaboratori. Il disco si apre con quello che è stato il primo singolo Architecture un brano arioso, sognante, dall’avvolgente melodia, cantato con una voce calda che ricorda Chantal Acda, inframmezzato da intermezzi minimalisti del piano e dal canto che diventa narrante. Con Behki emerge il lato più sperimentale della cantante,  sonorità inquiete si intrecciano così come il sussurro in loop del titolo e il canto della Gutman e una angosciata voce maschile, un brano misterioso e inquieto, ma subito dopo, a dimostrazione della capacità di mutare, Pigeon Hunt spinge su chitarre distorte e sonorità sporche non prive di qualche influsso mediorientale. Anche Doing It Again sposa il rock, riff di basso, note sparse di chitarra creano quel senso di solitudine, di smarrimento che è poi la caratteristica principale del disco. La palpitante I’m The Walker ha un arrangiamento complesso e cangiante, il suo stile convulso ricorda la prima P.J.Harvey, molto minimali invece la scarnificata This Is Easy e l’ipnotica A Second Plan. Chiude il lavoro Running Out Of Luck, il canto è come un sommesso grido di aiuto e di paura su un asciutto e inquieto assolo di basso interrotto ogni tanto da timidi riff di chitarra.

Voto: 7.5/10
Ignazio Gulotta

Audio

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