Siksided LEAVE NO STONE UNTURNED
In piena conformità con la nouvelle vague anni ’90 che sta attraversando l’italica penisola i Siksided da Trieste giocano a nascondino con i grandi che circa trenta anni fa hanno modificato in profondità i connotati della musica rock e metal. Ne esce un lavoro che appassionerà i più nostalgici e non mancherà di divertire tutti gli altri. L’iniziale Disposable Livings, forse l’epitome più riuscita della proposta del quintetto, pare (sensazione straniante) una bonus track inedita di "Draconian Times" dei Paradise Lost eseguita da una ottima tribute band. La voce di Xender è precisa, le chitarre di Delano e Wally impregnate di tecnica e lordura testimoniano otto anni di gavetta, con i classici cambi di line-up e produzione di demo annessi. Complessivamente la produzione rimanda intenzionalmente al suono dei primissimi Tool, e le linee di basso mimano instancabilmente alcuni luoghi classici di certo psichedelismo metal (si ascolti la distesa sonora di Leaf ). Da segnalare la sontuosa Blatant Quiet capace di una magniloquenza espositiva che coinvolge tutte le potenzialità della band collocandole in una vetrina tirata a lucido, davvero accattivante. Le potenzialità rimangono tali e questo “Leave No Stone Unturned” è un buon album d’esordio, ottimamente suonato, che possiede il pregio di alludere ad una storia potente e articolata, che però è ancora tutta da scrivere.
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