Tricky UNUNIFORM
[Uscita: 22/09/2017]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Ormai da tempo, ad ogni nuova uscita discografica di Tricky ci troviamo di fronte a termini come 'rinascita' o 'ritorno', senza infine trovarli adeguati. Già, perchè la bellezza maledetta degli esordi torna sempre a chiedere il conto, come se si trattasse di un debito irrisolto, una pietra angolare con cui doversi troppo spesso confrontare e che pesa come un macigno, un'impresa che daremmo ormai persa in partenza. Eppure il nuovo "Ununiform" ha qualcosa di diverso rispetto ai molti album, con soltanto tre o quattro buone canzoni, ai quali il sin troppo prolifico folletto di Bristol ci ha abituati in questa fase della sua carriera. Sarà per la sua nuova vita a Berlino, nella quale Tricky oltre a dedicarsi alla propria salute impiega molto tempo a riflettere sul passato.
Inevitabilmente quindi, come già accaduto in precedenza, l'ombra della cruenta morte della madre torna nuovamente a scuotere i suoi demoni, portandolo a relazionare il tema della vita e della morte in alcune delle liriche ed atmosfere racchiuse, questa volta, all'interno di un contesto più generale che suona qualitativamente piuttosto omogeneo. Prodotto con meno fretta e pressioni rispetto ai dischi precedenti, in un clima di serenità e consapevolezza, Ununiform è probabilmente il lavoro migliore di Tricky uscito da molti anni a questa parte in quanto si avverte più coerenza in quella capacità di sintesi delle diverse influenze musicali che nel passato descrissero parte del suo stile: soul, hip-hop, punk rock, synthpop, dark wave, insomma, alcuni degli elementi costituenti il cosiddetto trip hop.
Ed è proprio ad un suo classico trip hop che Tricky fa esplicito riferimento con il singolo The Only Way, definendolo come la seconda parte dell'indimenticabile Hell Is Round The Corner. Forse l'accostamento suona po' azzardato ma il brano, stupendo e avvolgente, è sicuramente tra le cose più intriganti che il producer inglese abbia partorito negli ultimi anni. Per quanto riguarda le collaborazioni, i featuring vocali sono ben congegnati e al solito numerosi ma mai scontati, dato che a Tricky poco interessa lavorare con nomi altisonanti, preferendo invece lasciare spazio a talenti pressochè sconosciuti. Si va dal rapper russo Scriptonite (un'amicizia nata durante uno dei numerosi viaggi a Mosca), presente in ben tre brani tra cui il malinconico Blood Of My Blood, alle ottime performances di Mina Rose tanto nel tirato Dark Days che nell'impasto dolceamaro di Running Wild (altro dei tre singoli finora usciti). Prova piuttosto ben riuscita anche nell' uptempo da dancefloor di Armor con la convincente Terra Lopez, mentre la nostrana Asia Argento poco aggiunge alla piacevole pigrizia di Wait For Signal.
Buono anche New Stole, sorta di remix che Tricky ha approntato sulla voce che Francesca Belmonte, presenza ormai consueta, aveva registrato nel singolo Stole del 2015. A suscitare l'interesse maggiore rimane però inevitabilmente la ritrovata (effimera?) collaborazione con l'ex partner Martina Topley Bird nell' apprezzatissimo, paradigmatico e malinconico singolo When We Die. Azzardiamo infine una considerazione: forse è arrivato il momento per Tricky di chiudere i conti con un passato (quello musicale chiaramente) che appare ormai scomodo. E quest'ultimo capitolo testimonia non solo un tributo a ciò che è stato, ma anche che concedersi del tempo è fondamentale perchè il processo creativo dia i suoi frutti migliori, in una fase in cui l'urgenza espressiva sembrava aver lasciato troppo spazio alla stanchezza. Uniniform non sarà probabilmente il disco della cosiddetta 'rinascita' ma sicuramente suona come una buona ripartenza. Buon Ascolto.
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